Cinghiali catturati per essere uccisi durante la caccia, l’orribile mattanza stroncata a Villa San Pietro

Il blitz degli agenti della forestale, nei guai un uomo di 70 anni. Sequestrate gabbie, proiettili e lacci


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Gabbie piazzate nelle campagne, riempite di cibo e mandorle, per fare in modo di catturare cinghiali che, poi, una volta catturati vivi, venivano liberati all’interno della zona di addestramento dei cani per essere uccisi nel corso di battute di caccia a pagamento. È la scoperta choc fatta dagli uomini del Corpo forestale di Pula a Villa San Pietro. Il personale della stazione forestale pulese, a seguito di un’attività di controllo nel territorio ha ritrovato lungo la recinzione che delimita la stessa zona  di addestramento 4 gabbie per la cattura di cinghiali selvatici. I forestali hanno anche perquisito l’ovile del padrone dell’area cani, trovando e sequestrando lacci per cattura di cervi e cinghiali, oltre a munizioni detenute illegalmente.

 

Alla persona, un settantenne di Sarroch, pregiudicata per reati venatori e in materia di armi, sono stati contestati reati di illegale cattura di selvaggina con sistemi non consentiti, detenzione di sistemi di cattura illegali e detenzione illegale di munizioni. Accertate anche violazioni alle norme di contrasto alla peste suina africana.


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