Ciclista morto ad Assemini, la sindaca di Elmas: “Basta tragedie, urgente la pista per le bici sulla 130”

“Nel tratto della SS130 tra Decimomannu e Cagliari si sarebbe dovuta realizzare una pista sicura”, accusa la prima cittadina Orrù, “ma negli anni le risorse economiche destinate a questo progetto sono state sfruttate solo parzialmente. I ciclisti sono costretti a precorrere strade trafficate. E uno di loro ha perso la vita”.


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Due giorni fa la morte di Gemiliano Montis, 39 anni, di Assemini. Era in sella alla propria bicicletta quando, all’incrocio tra la 130 e via Piave, è stato travolto da un’autocisterna che trasportava carburanti. E ora è il momento delle polemiche. La sindaca di Elmas Laura Orrù denuncia che i fondi per la pista ciclabile che avrebbe dovuto collegare Decimomannu a Cagliari, lungo la 130 e i territori di Elmas e Assemini sono stati spesi sono in parte. Col risultato che oggi i ciclisti sono costretti a muoversi sulla statale in promiscuità con le auto e anche coi mezzi pesanti.
“La Città Metropolitana di Cagliari ha sempre più necessità di collegamenti paralleli ed alternativi alle strade percorse quotidianamente dagli automezzi che si spostano da e per l’hinterland”, scrive la Orrù, “le cronache, una volta ancora, riportano i tragici incidenti che coinvolgono i ciclisti che si ritrovano a percorrere o attraversare tratti di strada molto trafficati, non avendo delle piste dedicate.
E ieri pomeriggio un ciclista ha perso la vita, lasciando ancora una volta familiari ed amici nel più straziante dolore. Bisogna porre rimedio a queste tragedie annunciate.
Nel tratto della SS130 che collega i comuni di Assemini, Decimomannu ed Elmas al capoluogo si sarebbe dovuta realizzare una pista sicura, fisicamente separata dalle carreggiate destinate ai veicoli a motore, e negli anni le risorse economiche europee e regionali destinate a questo progetto sono state sfruttate solo parzialmente, con le tristi conseguenze di cui sopra.
Le associazioni che promuovono la mobilità sostenibile da anni lamentano queste condizioni, ed è urgente dare voce alle loro istanze, che avrebbero un impatto immediato, sia per le persone che ogni giorno transitano ed usano mezzi di trasporto alternativi all’automobile, sia per gli stessi automobilisti che vedrebbero alleggeriti dal traffico i diversi chilometri in ingresso nella cintura della Città Metropolitana.
Si doveva e si deve fare di più, specie se si considera la gigantesca opportunità del PNRR, si doveva e si deve pensare a qualcosa di molto, molto più concreto ed immediato.

Dev’essere un intervento strutturato, che tenga in considerazione le necessità di mobilità locale per i comuni coinvolti e quelle dei cittadini che li attraversano per raggiungere i nodi di collegamento intermodale quali stazioni ed aeroporti”.


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