Il re degli antipasti di mare non c’è più. Dopo una vita trascorsa a preparare decine di antipasti, tutti rigorosamente alla “casteddaia”, Antonello Spissu se n’è andato. Quasi in silenzio, rotto dalle lacrime dei suoi cari, dopo una corsa disperata dalla clinica San Salvatore al Policlinico di Monserrato. Una delle colonne dei “Quattro Mori”, poi de “I Mori” nel Corso Vittorio, Spissu è riuscito a tramandare la sua passione per la cucina al figlio Christian, che infatti è uno dei cuochi dell’ospedale Brotzu. È cresciuto tra le pentole e i fornelli, ha visto un papà sempre iperattivo, pronto a scegliere il pesce migliore prima dell’alba nei mercati pur di garantire la migliore freschezza e qualità ai suoi clienti. Meglio “ai suoi amici. Papà ha sempre accolto tutti nei suoi ristoranti e, anche chi non conosceva, dopo la seconda portata era già un amico”. Merito della sua affabilità e semplicità: “Ti chiedeva le cose più semplici: il piatto è buono? Oggi com’è andata al lavoro? Cercava sempre una scusa, un modo per aprire un dialogo e fare in modo che il cliente, ormai diventato quasi come il migliore amico, si ricordasse di lui e del ristorante”. Ha spadellato sin da giovane, Antonello Spissu, anche al Poetto, “all’Ottagono, uno dei ristoranti che decenni fa andava in voga. Ha conosciuto i migliori artisti, attori e cantanti. La nostra casa è piena delle sue foto, sorridenti, con i personaggi più noti”.
E i vip, al pari della gente di tutti i giorni, restavano estasiati dalla sua raffica di antipasti di mare, dai suoi risotti alla pescatora o bavette allo scoglio, dalle sue orate talmente fresche che ancora ancora sembrava che nuotassero: “Papà è stato forte, nella sua vita ne ha vissute tante”. Momenti bellissimi e periodi difficili, ma il sorriso e il garbo di Antonello Spissu sono sempre stati i suoi due marchi di fabbrica. Fabbrica casereccia, casalinga, semplice ma gustosa, come i sui piatti: “Ha fatto la storia della ristorazione cagliaritana. Sabato ci sarà il funerale, abbiamo già ricevuto messaggi di amici e conoscenti che non lo vedevano da tempo perchè sono andati a vivere fuori e che, oggi, lo piangono anche da Roma e addirittura da Londra”.










