Chiude il Bricocenter Marconi a Cagliari, in 19 licenziati dal primo marzo: “Decisione assurda”

Il caso finisce sul tavolo del ministro del Lavoro: “«Una situazione assurda – spiega Vallascas –. L’azienda invece di reimpiegare i dipendenti nei numerosi punti vendita presenti nell’isola, preferisce dichiarare l’esubero e avviare le procedure di licenziamento”


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«Nonostante in Sardegna siano presenti altre strutture commerciali della stessa catena di distribuzione, l’azienda non è intenzionata a ricollocare nell’isola i dipendenti licenziati a seguito della chiusura del punto vendita di Cagliari-Pirri. Un comportamento arbitrario e lesivo della dignità dei lavoratori, aggravato dal fatto che, come alternativa al licenziamento, ai lavoratori sarebbe stato offerto il trasferimento in altre regioni».

È quanto afferma il deputato del Movimento 5 stelle, Andrea Vallascas, che ha presentato un’interrogazione al Ministro del lavoro sulla vicenda dei 19 dipendenti del Bricocenter Marconi di Cagliari-Pirri, che saranno licenziati a partire dal primo marzo perché l’azienda ha deciso di chiudere il punto vendita presente da ventisei anni all’interno della Città-Mercato.

«Una situazione assurda – spiega Vallascas –. L’azienda invece di reimpiegare i dipendenti nei numerosi punti vendita presenti nell’isola, preferisce dichiarare l’esubero e avviare le procedure di licenziamento».

«Una decisione immotivata – prosegue – anche perché in Sardegna sono presenti altri negozi della stessa catena di distribuzione a cui si aggiungono numerose realtà commerciali collegate. Bricocenter, ad esempio, è una controllata di Leroy Merlin, società che controlla anche Bricoman»

«Si tratta – aggiunge Vallascas – di aziende che operano nello stesso settore e che fanno parte del Gruppo Adeo, presente in Sardegna con diverse società della grande distribuzione: circostanza che consentirebbe un più agevole ricollocamento nell’isola dei dipendenti del Bricocenter Marconi».

«Per tutte queste ragioni – conclude – vorremmo vederci chiaro in questa vicenda. In particolare, al Ministero chiediamo di valutare le iniziative necessarie a garantire il mantenimento dei livelli occupazionali e di verificare il rispetto delle norme sulla tutela del lavoro e della dignità dei lavoratori. Tra le notizie trapelate, infatti, sembrerebbe che ai dipendenti siano stati offerti, quale alternativa, un incentivo ridicolo o il trasferimento in un punto vendita lontano dalla Sardegna. Tutte circostanze che, se accertate, indebolirebbero la posizione negoziale del lavoratore che, in questo modo, verrebbe privato della libertà di scelta e costretto ad accettare la soluzione più vantaggiosa per il datore di lavoro».


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