Protesi del pene, argomento di attualità. Se ne parla in questi giorni in diversi quotidiani nazionali. «Il giorno successivo all’intervento di una protesi del pene rappresenta la rinascita di un uomo». Ad affermarlo è Gabriele Antonini (nel riquadro a destra), urologo-andrologo del dipartimento di Urologia U. Bracci dell’Università di Roma “La Sapienza”. È proprio lui a possedere il primato delle protesi del pene impiantante nel 2015 in Italia. Ne ha eseguito 40 su 300 totali. Secondo Antonini, «una protesi del pene è la migliore opzione chirurgica per il trattamento degli uomini con disfunzione erettile. Un impianto al pene può essere effettuato in qualsiasi paziente affetto da disfunzione erettile organica». L’intervento dura circa 20 minuti, viene effettuato con una tecnica innovativa mininvasiva, senza dolore, senza rischio di infezioni e non ha nessun effetto collaterale. Il 90% dei pazienti si è detto soddisfatto e non vede a 20 mesi un riassorbimento del materiale iniettato. La protesi dell’organo sessuale maschile (nel riquadro in basso a sinistra) è un dispositivo endocavernoso costituito da due cilindri che vengono inseriti nei due cilindri naturali del pene: i corpi cavernosi. Può essere non idraulica (malleabili), e idraulica (tricomponenti). Dopo l’intervento il pene appare perfettamente naturale, con una distribuzione omogenea dell’acido ialuronico senza inestetismi, né deformità.













