“Una montagna di denaro pubblico, ben 219 milioni di euro in appena due anni, distribuita senza bandi, senza criteri trasparenti, senza valutazioni oggettive. È questa l’accusa degli attivisti di “Sardegna chiama Sardegna” che hanno lanciato una petizione contro le modalità con cui il Consiglio Regionale della Sardegna ha assegnato fondi a enti, associazioni, parrocchie e comuni tra il 2024 e il 2025.
Il meccanismo? Un sistema collaudato di emendamenti e allegati alla legge finanziaria e alle variazioni di bilancio che, nel tempo, ha permesso a consiglieri di maggioranza e opposizione di destinare milioni di euro a soggetti “amici”, eludendo gare pubbliche e controlli trasparenti.
L’associazione fornisce un’analisi dettagliata:
-
Ad agosto 2024, 17 milioni di euro sono stati assegnati con l’allegato G all’assestamento di bilancio;
-
A novembre, altri 22,5 milioni sono usciti grazie all’allegato 4 della variazione di bilancio;
-
Infine, 178 milioni sono piovuti tramite l’emendamento 2380 alla Legge di Stabilità 2025.
Un fiume di denaro, insomma, che ha alimentato dubbi e proteste. “Anche se tra i beneficiari vi sono progetti meritevoli, il vero problema è il metodo: chi ha deciso? E su quali basi?”, si legge nel testo della petizione indirizzata a tutte le consigliere e i consiglieri regionali, che ha finora raccolto oltre 1850 firme su change.org
Il nodo centrale è l’assenza di criteri oggettivi. Nessun bando, nessuna valutazione tecnica, nessuna griglia comparativa. Solo segnalazioni, pressioni, relazioni. “Questa modalità clientelare penalizza chi lavora seriamente nei territori”, denunciano i promotori, “mentre progetti fondamentali restano senza finanziamenti perché non allineati politicamente”.
La proposta è netta:
-
Stop immediato alle assegnazioni discrezionali;
-
Istituzione di un “Fondo per il Futuro” con bandi pubblici e aperti a tutti;
-
Adozione di criteri di valutazione misurabili, premiando sostenibilità, impatto e coerenza;
-
Rafforzamento del Fondo Unico e delle leggi di settore, per dare certezze a comuni e associazioni.
Nel mirino anche la Giunta Todde, accusata di non aver ancora rotto con un sistema che “disperde le risorse pubbliche, mina la fiducia dei cittadini e danneggia lo sviluppo dell’Isola”.
Chi promuove la petizione non ha dubbi: “È il momento di cambiare. Serve un modello di spesa pubblica giusto, trasparente ed efficace. Basta favoritismi. Basta logiche opache. Basta risorse pubbliche usate come merce di scambio politica”.