“In Sardegna, la situazione resta critica, con un’offerta ancora insufficiente di menu certificati e una formazione non adeguata degli operatori del settore turistico e della ristorazione”.
Negli ultimi anni, la consapevolezza riguardo alla sicurezza alimentare per i pazienti celiaci è cresciuta sensibilmente, grazie anche alle recenti normative approvate in Lombardia e Lazio. Ma in Sardegna non tutto funziona: “Abbiamo rilevato che solo 1 struttura turistica su 8 è in grado di garantire pasti certificati per celiaci, e questo ha un impatto diretto sulle scelte di viaggio: ben 7 celiaci su 10 evitano la Sardegna per timore di contaminazioni. Inoltre, il 90% degli operatori non ha ricevuto una formazione specifica su questo tema. È evidente che occorre un intervento strutturale per garantire una maggiore sicurezza alimentare e migliorare l’accoglienza di questi pazienti”, spiega Mori.
Per rispondere a queste problematiche, Movere in Salus ha sviluppato un modello avanzato che coniuga rigore scientifico e applicabilità pratica.
“Non stiamo proponendo un’iniziativa isolata, ma un approccio sistematico basato su collaborazioni istituzionali e metodologie validate scientificamente. Il nostro obiettivo è trasformare la Sardegna in un esempio di eccellenza nell’accoglienza sicura per le persone celiache, senza introdurre nuove burocrazie, ma dotando gli operatori di strumenti pratici ed efficienti” continua Mori. Le misure proposte prevedono: Un tavolo tecnico permanente che coinvolga AIC, l’Università di Cagliari e rappresentanti del settore turistico e ristorativo per definire linee guida condivise.
L’istituzione del marchio “Sardegna Gluten-Free Sicura”, con ispezioni semestrali per garantire la conformità agli standard di sicurezza alimentare.
Programmi di formazione accelerata, con l’obiettivo di certificare almeno 500 operatori entro la fine del 2025.
Il team di esperti di Movere in Salus, composto anche da nutrizionisti e ricercatori in ambito sanitario con approcci a corretti stili di vita e salute, ha già sviluppato strumenti operativi concreti per supportare questa transizione: “Abbiamo protocolli scientificamente validati e modelli digitali per la valutazione del rischio, e stiamo realizzando anche una piattaforma e-learning dedicata. Siamo già attivi sul territorio con un approccio basato sulla prevenzione e sulla formazione, e riteniamo che sia il momento giusto per una svolta su scala regionale” conclude Mori.
Questa iniziativa non mira solo a migliorare l’offerta per i pazienti celiaci, ma a valorizzare gli operatori che si impegnano seriamente per garantire standard elevati di sicurezza alimentare. Sardegna ha l’opportunità di diventare un modello nazionale in questo ambito, offrendo un’accoglienza più inclusiva e sostenibile.












