“L’interessato ha agito o resistito in giudizio con mala fede o colpa grave”. Con queste motivazioni il Tribunale di Cagliari ha confermato la legittimità di uno slaccio di una cliente morosa, revocando persino il patrocinio legale gratuito a causa dell’infondatezza delle sue contestazioni contro la sospensione della fornitura. Sosteneva di non dove pagare i consumi dell’utenza perché aveva ereditato l’abitazione nel 2011, ma nemmeno per gli anni successivi aveva provveduto a saldare le bollette accumulando un debito di oltre 4mila euro. Non solo: la regolarizzazione della voltura per successione dell’utenza era stata presentata con anni di ritardo.
Slaccio legittimo. Nel corso degli erano stati inviati numerosi solleciti tramite raccomandata con ricevuta di ritorno. Al momento dello slaccio, però, la cliente aveva scelto le vie legali al posto di regolarizzare la propria posizione con le numerose formule di agevolazioni che Abbanoa mette in campo. Lo slaccio era stato effettuato l’anno scorso a seguito della conclusione della regolare procedura di messa in mora come dimostrato dai legali di Abbanoa, l’avvocato Simone Collu e Stefania Sabiucciu.
Causa temeraria. Come prima mossa la cliente aveva richiesto la sospensione immediata dello slaccio con un provvedimento cautelare d’urgenza. Anche in quel caso il giudice aveva rigettato la sua istanza dichiarando il ricorso inaccoglibile. A quel punto la cliente aveva presentato un ulteriore reclamo, rigettato nei giorni scorsi dal Tribunale di Cagliari in composizione collegiale. “Deve ritenersi, infatti, che, nel caso che ci occupa”, spiegano i giudici nel provvedimento, “sussiste nella reclamante la piena consapevolezza dell’infondatezza delle pretese, posto che ha omesso di provvedere al pagamento dei consumi idrici perfino per il periodo di tempo in cui ha pacificamente posseduto l’immobile”.
Revoca del patrocinio. Per questi motivi il giudice ha quindi riconosciuto la legittimità dello slaccio, che ora sarà, ma anche la revoca del provvedimento di ammissione al patrocinio. Al debito per le bollette non pagate, a carico della cliente si sono aggiunte anche le spese legali di 1.500 euro.











