Anche i cattolici contro “l’invasione energetica”: scende in campo il Movimento Ecclesiale d’Impegno Culturale, che senza chiedere permessi alle gerarchie della Chiesa sarda, dice sì alla transazione energetica ma evidenziano che “gli impianti che ne consentono la creazione devono essere conciliabili con il rispetto sacro dell’ambiente e del paesaggio della Sardegna”. Con una mano sul Vangelo e l’altra sulla Costituzione e lo Statuto di Autonomia della Sardegna, i Cattolici non stanno a guardare. Scendono con tutta la loro energia in campo, con diverse specificità e senza reticenze o indugi. “Niente affatto preoccupati da posizioni strumentali che muovono l’iniziativa di alcuni” comunica il Movimento Ecclesiale d’Impegno Culturale. Lo fanno forti della Dottrina Sociale della Chiesa, dell’insegnamento dei Papi, dell’aiuto della fede.
Si dichiarano a favore delle energie rinnovabili e quindi ritengono giusta la decisione europea di uscita dallo sfruttamento delle fonti fossili. “Cun grano salis anche sul metano, che sebbene meno inquinante del carbone, fonte fossile è pur sempre. Il sole, il mare, il vento, i fiumi… sono fonti rinnovabili di energia, ma gli impianti che ne consentono la creazione devono essere conciliabili con il rispetto sacro dell’ambiente e del paesaggio della Sardegna. E poi l’altro necessario ingrediente: avvalendosi degli studi e della ricerca scientifica, fortemente presenti nelle Università di Cagliari e Sassari e per loro tramite, delle comunità scientifiche di tutto il Mondo, il popolo sardo deve avere diritto di parola e di decisione. Come? In tutti i modi consentiti dalla democrazia partecipativa che in ultima analisi si compendia nell’iniziativa delle nostre Istituzioni di Autonomia: il Consiglio regionale, la presidente della Regione e la sua Giunta”.
Il MEIC civilmente per quanto riguarda la partecipazione invoca il rispetto e le indicazioni della Convenzione di Aarhus, in vigore nei paesi UE dal 30 ottobre 2001, che attribuisce ai cittadini e alle loro organizzazioni il diritto di accedere alle informazioni e di partecipare alle decisioni in materia ambientale.
L’altro faro che vede la completa adesione del MEIC in materia di sviluppo sostenibile è l’Agenda Onu 2030, che prevede un programma d’azione volto a promuovere il benessere delle persone, la salvaguardia del pianeta e la prosperità negli anni a venire. I Cattolici e tutte le persone di buona volontà al riguardo sono spronati al raggiungimento degli obbiettivi dell’Agenda 2030, declinati per la situazione europea, italiana e sarda, dall’Enciclica Sociale di Papa Francesco Laudato si’.
Da tutto il documento del MEIC emerge un accorato invito all’unita’ del popolo sardo, stretto alle sue Istituzioni di Autonomia, che ci devono consentire un rapporto paritario nel confronto/negoziazione con il Governo nazionale e con gli organi decisionali dell’Unione Europea.
“La citazione di un passaggio della Populorum progressio di Papa Paolo VI chiude come invito all’impegno civico di tutti, per i Cattolici un obbligo, per guadagnarsi la vita eterna”.












