La mano sulle natiche di una donna, per la Cassazione, è violenza sessuale. In quanto si tratta di palpare una parte intima del corpo “suscettibile di eccitare il desiderio sessuale, anche se in modo non completo e di breve durata”. L’episodio accaduto il 10 febbraio 2014 a Genova ha quasi dell’incredibile. Un automobilista aveva causato un incidente stradale. Sul posto era arrivata una pattuglia della polizia municipale. Uno degli agenti era una donna che invitava gli automobilisti a sottoporsi al test dell’etilometro. Il responsabile del sinistro non solo aveva rifiutato il test, ma preso anche a parolacce l’agente con frasi volgari e scurrili. Infine, le aveva toccato anche il sedere. Ovviamente era stato denunciato. I giudici con la sentenza n. 5515/2016 del 10/2/2016 hanno ritenuto configurabile il reato contestato di cui all’art. 609-bis del codice penale, anzitutto perché la condotta osservata da questa norma comprende, oltre ad ogni forma di congiunzione carnale, “qualsiasi atto idoneo, secondo canoni scientifici e culturali, a soddisfare il piacere sessuale o a suscitarne lo stimolo, a prescindere dalle intenzioni dell’agente, purché questi sia consapevole della natura oggettivamente sessualedell’atto posto in essere con la propria condotta cosciente e volontaria”. Pertanto, anche il palpeggiamento delle natiche può rientrare nella concezione di atti sessuali, malgrado sia improvviso e di breve durata.
(Fonte: www.StudioCataldi.it)