“La sicurezza delle nostre famiglie dovrebbe essere la priorità di chi ci governa. Eppure, dopo la recente festa latinoamericana di tre giorni, grazie ad un gratuito patrocinio concesso dal Comune ci troviamo a fare i conti con un fatto gravissimo: circa 20 persone sarebbero state ricoverate per una presunta intossicazione da botulino, forse causata da una salsa di guacamole servita durante l’evento”.
Il sindaco Locci respinge le accuse: “Sono attacchi personali, oltre al lancio della sedia cosa vuole di più? Sono purtroppo situazione che possono accadere, noi non siamo gli organizzatori della festa, abbiamo concesso il patrocinio”.
Non cessa la polemica inerente all’intossicazione alimentare dopo la festa in città, sul caso indaga anche la Procura e, intanto, si spera perché le persone coinvolte possano riprendersi al più presto. Tra queste, anche un minore di 11 anni che è stato trasferito al Gemelli di Roma: “Dopo aver sentito la madre, posso confermare sia in gravi condizioni” spiega Cicotto. “Siamo di fronte a una tragedia che poteva essere evitata. Ma ciò che ci chiediamo tutti è: Dove era il sindaco?
Dove era l’amministrazione locale? Siamo tutti bravi a fare dei selfie commemorativi, ma è troppo facile lavarsi le mani quando le cose si complicano e bisogna assumersi le proprie responsabilità” scrive pubblicamente la consigliera di minoranza.
“Come autorità sanitaria locale, il sindaco avrebbe l’obbligo di vigilare sulla sicurezza di eventi come questo. Secondo la legge (D.Lgs. 267/2000), spetterebbe a lui garantire che vengano effettuati controlli sanitari sugli stand gastronomici, coinvolgendo la ASL e la Polizia Municipale.
Ma sarebbero stati richiesti i certificati sanitari per gli alimenti? Sarebbe stata verificata la presenza di un responsabile HACCP per ogni banco?
Sarebbero stati fatti sopralluoghi per assicurare che cibi come il guacamole fossero sicuri e correttamente conservati?
Se questi controlli non fossero stati effettuati, ci troveremmo di fronte ad una possibile mancanza di sicurezza, affidabilità e responsabilità da parte di chi dovrebbe proteggerci.
Non possiamo sapere con certezza cosa sia successo, ma una cosa è chiara: un’amministrazione attenta avrebbe dovuto fare tutto il possibile per evitare rischi alla salute dei cittadini, soprattutto dei più giovani”.
“Se l’amministrazione locale non avesse ottemperato ai suoi obblighi, se il sindaco non avesse vigilato come dovuto, allora Monserrato meriterebbe spiegazioni immediate.
Non si tratta di puntare il dito, ma di pretendere trasparenza e affidabilità da chi ci rappresenta”.
Monserrato non può accettare il menefreghismo”.Durissima la replica di Tomaso Locci: “È un attacco personale, è dal 2018 che accade, noi ci siamo subito attivati nel rispetto delle buone regole. Non voglio polemizzare oltre. Forse siamo attaccati perché hanno perso le elezione per 3 volte. Oltre al lancio della sedia cosa vuole di più? È un livore personale, nei miei confronti.
Spero si finisca con questo odio, questo è istigazione all’odio nei miei confronti.
A me interessa fugare queste polemiche che non mi piacciono e spero che i familiari possano riabbracciare al più presto chi ora sta male. Mi auguro che quanto prima possano riprendersi.
Questa manifestazione non è stata organizzata da noi, ha avuto il patrocinio del Comune. Purtroppo sono fatti che possono accadere.
La cosa più vergognosa è che sono attacchi da sciacalli. Come si può pensare che la responsabilità sia del sindaco e della sua amministrazione? Questo è il solito modus operandi di chi ha perso le elezioni. È la seconda volta che sono stato accusato di non aver sospeso una manifestazione, è da anni che questi personaggi continuano ad accusarci ma noi continuiamo a lavorare e con i fatti stiamo cambiando la città”.












