Carrozze per cavalli a Cagliari: “Una città arretrata e anti animali”

Fa discutere la lettera di protesta di Paola Re, ripresa da tanti animalisti italiani: “Cagliari città arretrata porta i turisti a spasso delle carrozze trainate dai cavalli”


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di Paola Re- LidaFirenze
 
Ho appreso dai mezzi di informazione che recentemente a Cagliari è avvenuto un incidente che ha coinvolto cavalli trainanti una carrozza http://www.geapress.org/animali-in-emergenza/cagliari-carrozze-per-turisti-la-lav-due-cavalli-feriti-basta-sfruttamento/63697 “Un incidente annunciato quello avvenuto ieri pomeriggio nella Via Santa Margherita, nel centro di Cagliari… I cavalli… frequentano strade trafficate, percorse anche da automobili e autobus. Nonostante da settimane la Via Santa Margherita sia ristretta a causa di lavori, il servizio con le carrozze non è stato sospeso e il percorso non è stato variato. Cavalli costretti a camminare nel traffico cittadino…  sotto il sole estivo, inerpicandosi nelle tante salite del centro storico di Cagliari, a respirare i gas di scarico delle auto, a stare fermi guardando il nulla in attesa ripartire una volta che la carrozza è piena di turisti (fino a 20 persone), senza fare nulla di quello che dovrebbe appartenere alla vita di un cavallo.
Il servizio in carrozza è gestito da Carrozza Service http://www.sardiniapost.it/cronaca/a-cagliari-animalisti-contro-le-carrozze-per-turisti-i-cavalli-non-sono-bus/ che sul suo sito web  http://www.carrozzaservice.it/ informa: “Onestà, Cortesia e Professionalità sono i punti sui quali la ns. società sviluppa la propria attività. A disposizione diversi modelli di Carrozza e Cavalli per augurarci di riuscire a soddisfare le Vs. esigenze; personalizzando i servizi cerchiamo di farvi divertire e rendervi felici. Primo e unico Centro Attacchi riconosciuto FISE/CONI in Sardegna Affliliato G.I.A. I Servizi sono rigorosamente svolti da personale qualificato, con patente attacchi e brevetti, carrozze a norma, cavalli per attacchi, assicurazioni, licenze e partita iva. Servizi in tutta la Sardegna e percorsi in tutta la città”. L’azienda ha denunciato due attiviste per diffamazionehttp://www.sardiniapost.it/cronaca/a-cagliari-animalisti-contro-le-carrozze-per-turisti-i-cavalli-non-sono-bus/ e il titolare dell’azienda ha sottolineato: “…i cavalli sono trattati bene e nutriti a dovere, escono solo una volta alla settimana e per mezza giornata, il resto della settimana sono in un maneggio a Molentargius, all’aria aperta e in spazi grandi dove si possono muovere liberamente. Inoltre la carrozza ha anche un motore, quindi gli animali non fanno sforzi. I cavalli erano destinati al macello, li ho salvati prendendoli con me, e non è giusto che si guadagnino da vivere? Ho tutti i permessi e le autorizzazioni…”
Pare un quadretto idilliaco: l’azienda cerca di “farci divertire e renderci felice” e soprattutto i cavalli sono ben nutriti, aiutati da un motore, liberi all’aria aperta a riposarsi, addirittura trasformati da “cavalli da macello” a “cavalli da carrozza” con un piccolo ricatto: viene loro salvata la vita ma devono “guadagnarsi da vivere”. Un’azienda che sfrutta gli animali e che vuole apparire come azienda seria e professionale è molto attenta a fare buon uso di leggi, regolamenti, atti, autorizzazioni, brevetti, personale qualificato e via elencando… ma non sono i ferri del mestiere a essere messi in discussione quanto il mestiere stesso che, a una prima lettura, appare lodevole perché salvare gli animali dal macello è certamente importantissimo. In realtà è bene fare una riflessione. I cavalli sono sfruttati nell’ippica, nel palio, nel circo, nelle forze armate, nella polizia municipale, nell’agricoltura, nel trasporto: in gran parte dei casi, al termine di queste attività, finiscono al macello. Tuttavia non è sempre così: ci sono luoghi che accolgono gli animali senza pretendere da loro nulla in cambio, non imponendo loro di “guadagnarsi da vivere”. Esiste la Rete dei Santuari di Animali Liberi in Italia http://www.animaliliberi.org/site/ che accoglie animali salvati da allevamenti, macelli, laboratori di sperimentazione animale: qui gli animali vivono e muoiono felici, attorniati dall’amore sincero e incondizionato di chi li cura. I santuari e i rifugi per animali nel mondo sono tanti ma mai abbastanza per salvare tutte le vite che meriterebbero di essere salvate tuttavia funzionano bene, fanno progetti didattici, sono aperti alle visite del pubblico e insegnano una convivenza interspecifica sia tra animali che tra esseri umani e animali nel segno della pace e della nonviolenza.

Se un animale da macello” viene risparmiato per diventare da carrozza”, gli viene salvata la vita ma non la dignità e sarà comunque privato della libertà; l’idea di addestrare e domare gli animali per farli lavorare è un’idea di dominio che non accetto.

E’ deludente che una città come Cagliari presenti questi mezzi di trasporto segno di una cultura arretrata e antropocentrica. Mi chiedo che senso abbia servirsi di cavalli per farsi trasportare. Non so se sia più grave legittimare questo trasporto, fare il cocchiere o farsi trasportare: sono tre situazioni che condanno senza se e senza ma. E’ doveroso porsi interrogativi sulla legittimità di questa attività da schiavisti che vede animali costretti a farsi strada nel traffico, camminando sull’asfalto sotto il sole o con la pioggia, spesso strattonati da chi li guida, per portare a spasso soprattutto turisti a scapito di creature indifese. Lo stress emotivo dato dall’incompatibilità dell’ambiente urbano con le necessità dell’equide, le temperature elevate della stagione estiva, l’inadeguatezza del manto stradale per gli zoccoli dell’animale e l’assenza in città di luoghi dove i cavalli possano trovare ristoro sono i motivi per cui questa attività debba essere condannata. Questi cavalli schiavi appaiano spesso visibilmente stanchi e affaticati e stramazzare al suolo è il minimo che possa loro capitare. 
Perché non proporre trenini elettrici? O biciclette che giovano tanto alla salute fisica?

Chiedo che il Comune di Cagliari opti per una scelta etica, abbandonando queste tristi attrattive: gli animali non sono mezzi di trasporto ma esseri senzienti, compagni e compagne di vita.

“Nietzsche esce dal suo albergo a Torino. Vede davanti a sé un cavallo e un cocchiere che lo colpisce con la frusta. Nietzsche si avvicina al cavallo e, sotto gli occhi del cocchiere, gli abbraccia il collo e scoppia in pianto. Ciò avveniva nel 1889… Nietzsche era andato a chiedere perdono al cavallo…”

Milan Kundera, “L’insostenibile leggerezza dell’essere”, Adelphi edizioni, Milano, III edizione, 1990, pag. 294.


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