L’uscita di Carrefour dall’Italia scuote il mondo del lavoro. Il colosso francese della grande distribuzione ha ufficializzato la cessione delle sue attività al fondo New Princes Group, sancendo la fine di un’era per oltre ventimila lavoratrici e lavoratori, tra personale diretto, impiegati nella rete in franchising e negli appalti. Il gruppo Carrefour ha annunciato ufficialmente la cessione delle attività italiane al fondo New Princes Group, segnando di fatto l’uscita definitiva del colosso francese dalla grande distribuzione in Italia. Una scelta che pesa come un macigno su migliaia di famiglie: 20.000 lavoratrici e lavoratori, tra diretti e coinvolti nella rete in franchising e negli appalti. In gioco c’è un pezzo importante del tessuto economico e occupazionale del Paese: Carrefour è presente da decenni con ipermercati, supermercati, negozi locali e logistica. A Quartu Sant’Elena opera dal 1996, con l’apertura dell’ipermercato a novembre dello stesso anno. In Sardegna l’iper di San Sperate e Sassari per 400 dipendenti totali. La sua uscita solleva interrogativi gravi: La tenuta del settore GDO in un contesto di rincari, concentrazioni e crisi dei consumi. Le strategie business di chi compra e vende. La fragilità di franchising e appalti, dove si annidano discontinuità contrattuali e dumping salariale. Filcams CGIL, Fisascat CISL e UILTuCS hanno chiesto con urgenza la convocazione al MIMIT, con la presenza dei nuovi compratori. È necessario un tavolo di confronto con il nuovo acquirente e con il Governo. Serve trasparenza: Qual è il piano industriale?; Quali garanzie sull’occupazione, sulla tenuta della rete, sui diritti e sulla contrattazione? Grave che, nell’ultimo incontro con Carrefour, il board nazionale non abbia fornito alcuna risposta alle pressanti richieste dei sindacati. Arrivarono in Italia con grandi proclami, lasciano il Paese con un peccato grave. La priorità è una sola: salvaguardare tutti i posti di lavoro, in tutte le sedi, in ogni forma contrattuale, dal dipendente diretto al lavoratore in appalto. Il passaggio di proprietà non può tradursi in licenziamenti mascherati, tagli unilaterali o chiusure di punti vendita. Difendere Carrefour oggi significa difendere l’intero settore della distribuzione organizzata, che in Italia impiega centinaia di migliaia di persone, spesso con salari bassi, turni massacranti e scarse tutele. Le lavoratrici e i lavoratori non sono numeri in un bilancio: sono persone, professionisti, padri e madri. La mobilitazione è pronta. Il confronto deve partire subito. Il lavoro vale tutto, più di una fredda voce nei conti di un’azienda.











