Settimana di fuoco per il personale di polizia penitenziaria di Uta dove, anche la giornata di oggi si è conclusa con l’ennesima aggressione ai poliziotti.
Secondo la denuncia del sindacato di polizia Sappe, alcuni detenuti con problemi di natura psichiatrica continuano a manifestare intolleranza al carcere ed ai regolamenti che prevedono ordine, disciplina e convivenza con altri compagni.
La violenza di alcuni detenuti avrebbe causato la devastazione delle camere detentive, minacce agli operatori penitenziari con latte bollente e conseguenze fisiche per i poliziotti intervenuti i quali sono dovuti ricorrere alle cure del pronto soccorso.
“Fra l’altro pare che vi sia un’intera sezione detentiva piena di numerosi detenuti problematici e di difficile gestione, causando numerose traduzioni urgenti presso i presidi sanitari esterni”, dichiara il segretario regionale Luca Fais, “il penitenziario cagliaritano è quello che in Sardegna presenta il maggior numero di traduzioni urgenti verso gli ospedali.
Ma, oltre a questo, il Sappe ritiene necessario dare risalto alle modalità di gestione del personale che, anche in questa circostanza, è stato impiegato in modo improprio per oltre 13 ore consecutive.
Queste modalità operative”, aggiunge, “sono intollerabili in quanto dei poliziotti che prendono servizio alle 7 del mattino non possono essere impiegati in servizio operativo fino alle 20 e per giunta nelle corsie dell’ospedale.
L’amministrazione penitenziaria ha il dovere di tutelare i poliziotti ed allo stesso tempo di far luce sull’accaduto, valutando le motivazioni che hanno condotto i responsabili del servizio ad adottare determinate scelte, sacrificando delle unità oltre quanto dovuto e nella consapevolezza che gli ospedali cagliaritani sono privi delle camere di sicurezza.
La polizia penitenziaria del carcere di Uta”, conclude, “è allo stremo ed in visione di tali criticità si rende sempre più necessaria un’ispezione ministeriale che esamini a 360 gradi le criticità del penitenziario cagliaritano”.










