Oggi avrebbe compiuto 18 anni, un traguardo, forse il primo, più importante, quello tanto atteso da chi non vede l’ora di diventare “grande”, il sogno di mamma e papà per festeggiare il proprio piccolo che si avvia verso l’indipendenza. Così, però, non è stato per Mattia e per Cristian e Manuela, i suoi genitori, che attraverso il dolore insuperabile per la perdita del loro figlio, hanno trovato la forza di aiutare i ragazzini che attraversano un percorso travagliato, per fare in modo che loro riescano a superarlo, nonostante tutto e tutti, in particolar modo, coloro che non hanno fatto abbastanza o che hanno contribuito a essere la causa del disagio. “Oggi sarebbe stato un giorno importante, un giorno di festa, Mattia avrebbe compiuto 18 anni e io e Christian saremo stati così orgogliosi di lui! Penso che i 18 anni – ha scritto la mamma – siano una delle tappe più importanti che ogni genitore attende quando ti nasce un figlio, come il suo primo dentino, il primo passo, la prima parola. Quando diventi mamma vieni assalito da milioni di emozioni, dalla gioia ma anche dalla paura, almeno per me è stato così, la gioia di un figlio così desiderato, sano, bello, ma allo stesso tempo la paura di non essere all’altezza, di non essere una brava mamma, e poi tutte quelle paure che riguardano le cose fuori dal tuo controllo; e se cadesse? Se si ammalasse? Nessuna madre però arriva a pensare “e se si togliesse la vita?”. Non si può essere preparati alla scomparsa di un figlio, mai, né che avvenga per un incidente, per malattia o come nel nostro caso per una sua scelta. Io sono poco avvezza alle grandi feste e anche Mattia era un po’ come me, gli ultimi anni facevamo solo una piccola festa in famiglia e poi sceglieva di uscire con quei pochi amici che frequentava. Io però la sua festa per i 18 anni l’avevo immaginata, il suo primo traguardo importante, una torta di pasticceria e quei palloncini con il numero 18. Un viaggio come regalo perché lui, per me e per il padre doveva vedere il mondo… avremo fatto qualunque cosa perché viaggiasse e vedesse quello che c’è oltre la nostra terra… Non ci sarà niente di tutto questo, niente palloncini, niente torta, non ci sarà lui emozionato con la sua timidezza e la faccia bassa mentre soffia la candelina, non ci sarà il suo stupendo sorriso ad illuminare la foto. Semplicemente non ci sarà Mattia, ed io come il papà non ero preparata a questo, non sarò mai capace di accettarlo. Io oggi figlio mio, guarderò la foto di quell’ultimo compleanno in cui compivi 15 anni, in cui sembravi contento e penserò che questo è ciò che rimane di tutte le mie speranze nel riuscire a vederti crescere sano e realizzato. Sarà sempre e solo questa foto, che ogni anno potrò guardare, che mi ricorderà che sorriso stupendo avevi quando, sembravi essere felice. Non so se sia giusto farti gli auguri per un compleanno a cui non hai voluto essere presente. Ma ci tengo a dirti, come sempre, che ti amiamo amore nostro e ci manchi da morire. Mamma e papà”. Parole che inducono, più che mai, a una riflessione, alla consapevolezza che non si può nascondere la testa sotto la sabbia innanzi a una problematica, poiché le conseguenze potrebbero essere irreversibili.
I genitori di Mattia si erano accorti che qualcosa turbava tanto il ragazzo: si erano dati da fare, aveva bussato a tutte le porte possibili ma, tra lungaggini burocratiche e silenzi, non erano riusciti ad aiutare sino in fondo a Mattia. Dopo la morte del ragazzo hanno creato un’associazione di volontariato, “Le Ali di Mattia odv”, che si occupa di adolescenti. L’obiettivo dell’associazione è quello di aiutare i ragazzi a non sentirsi più soli, e canalizzare la loro energia in progetti ed attività a loro dedicati. Qualche giorno fa Arisa si è esibita a Gonnesa, ha cantato e stregato il pubblico, con la sua voce coinvolgente, dolce e sensibile: ha indossato non abiti sfavillanti e attraenti, bensì la maglietta con il logo dell’associazione, due ali e il nome Mattia. Un simbolo che ha scaldato il cuore di tutti, come la canzone di Silvestri, sscritta per portare l’attenzione sull’ADHD: il cantante ha ascoltato la storia, mostrandosi sensibile e gentile.













