Capoterra, via mezzo parcheggio per non disturbare la Madonnina: residenti in rivolta, “hanno tolto un parcheggio e in tanti ora sostano davanti alla mia serranda”. Succede in via Torino, il Comune di recente ha installato due paletti dissuasori prima della teca dove un privato custodisce una statua della Madonna. Un metro circa in meno di parcheggio consentito che non permette di rispettare l’ingresso di Daniela Atzara: “Io sono costretta a parcheggiare al parco urbano, spesso la mia vettura è stata graffiata e mi hanno anche bucato le ruote. I parcheggi nella zona sono pochissimi, ma non è assolutamente giusto che venga ostruito il mio ingresso”. La logica e il senso di civiltà impone il rispetto verso gli ingressi privati: non occuparli, insomma, passo carrabile presente oppure no. E la segnaletica orizzontale tracciata dal Comune è al confine con la serranda di Atzara, la quale impone di parcheggiare non oltre. E invece, puntualmente, questo divieto viene disatteso.
“Ho anche inviato una mail al Comune, momentaneamente non ho ancora ricevuto risposta. Io chiedo un intervento urgente per rimediare a questo danno nei miei confronti, perché è un mio diritto poter usufruire dell’ingresso di casa” spiega la donna. Via i paletti, insomma, dall’asfalto, e un maggior controllo da parte delle forze preposte al fine di vigilare sul rispetto delle regole che impongono agli automobilisti di parcheggiare nei limiti della segnaletica orizzontale.
“Ho anche inviato una mail al Comune, momentaneamente non ho ancora ricevuto risposta. Io chiedo un intervento urgente per rimediare a questo danno nei miei confronti, perché è un mio diritto poter usufruire dell’ingresso di casa” spiega la donna. Via i paletti, insomma, dall’asfalto, e un maggior controllo da parte delle forze preposte al fine di vigilare sul rispetto delle regole che impongono agli automobilisti di parcheggiare nei limiti della segnaletica orizzontale.
“Servono più parcheggi nella zona, io non posso, dopo tante ore di lavoro, parcheggiare lontano da casa caricandomi di buste della spesa. Chiedo alle istituzioni di competenza di mettersi nei miei panni, è una situazione che mi sta causando enormi disagi fisici e, di conseguenza, psicologici”.
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