Brotzu, subito un cambio di gestione per evitare un “blocco assistenziale”. Lo chiedono i lavoratori dell’azienda ospedaliera di via Peretti, e il sindacato, che in un comunicato, inviato al direttore Antonio Garau e all’assessore regionale alla Sanità Luigi Arru, sottolinea le criticità e i possibili scenari di uno dei principali ospedali di riferimento dell’intera isola.
“Il previsto calo assistenziale, conseguente alla discutibile “gestione” del recente concorso per Infermieri, appena partorito al Brotzu, potrebbe manifestarsi anche più pesantemente di quanto previsto – si legge in un documento a firma di Attilio Carta, segretario della Uil Fpl – Lo stesso andava infatti effettuato per tempo in periodi meno sospetti, per garantire, serenamente, una più puntuale pianificazione dell’intero iter concorsuale sino all’effettivo inserimento lavorativo, tutoraggio compreso, dei vincitori.
E’ altresì evidente che la già criticata accelerazione, imposta in itinere al concorso, ha contribuito ad aggravare l’immancabile “impatto” che, di per sé, l’immissione di così tanti “nuovi” Infermieri, per quanto bravi, determina”.
A preoccupare è anche il vuoto organizzativo in vista del periodo feriale, “causato dalla prossima diminuzione d’organico per l’imminente scadenza contrattuale di non pochi Infermieri, attualmente in servizio. Anche tutto ciò contribuisce a montare sempre più il diffuso malumore esistente nelle corsie d’assistenza. Oltre che esporre ad ulteriori attacchi mediatici la già tormentata Med 1, peggiorando il contesto generale, si mortifica pesantemente l’assistenza al Brotzu. Osservando inoltre alcune liste d’attesa (oltre 200 neoplasie di cui un centinaio alla vescica, una trentina al rene e 70 circa alla prostata) in mancanza di un reale tempestivo ripristino degli infermieri “qualificati”, che a breve verranno meno, si rischia un concreto rallentamento se non addirittura un vero blocco dei tempestivi interventi che invece questi casi impongono. La norma prevede infatti che in presenza di patologie tumorali maligne, al fine di scongiurare lo scatenarsi di probabili metastasi, non garantendo l’intervento entro 60 gg si deve concedere la possibilità di curarsi in centri specializzati anche della penisola. Con ulteriore aggravio della spesa sanitaria, già nell’occhio del ciclone, ma soprattutto ingigantendo il disagio di persone fortemente provate dal “funesto” incubo che tali patologie incutono.
Sono a rischio pure i trapianti di rene. lo stesso dicasi per la dialisi in quanto il sovraffollamento dialitico, conseguente alla riduzione di infermieri, scatena una serie di problematiche lavorative esponendo a rischio elevato, sia igienico ma soprattutto di sicurezza, oltre ai pazienti anche il personale dedicato.
Sgombrando il campo da ogni facile sterile strumentalizzazione, poiché tutto ricadrebbe prevalentemente sugli ammalati, già colpiti da gravi malattie, al Brotzu, all’insegna della necessaria discontinuità, urge un totale cambiamento di rotta gestionale del settore assistenziale: anche in vista dell’imminente prospettiva che il S. Raffaele di Olbia diventi un’importante realtà sanitaria anche in Sardegna.
Poiché tutto fa presagire che la situazione possa sfuggire di mano, ognuno si assuma le proprie responsabilità per lo scenario prospettato. È indispensabile che, con la dovuta autorevolezza, si prendano precise decisioni per scongiurare che questo verosimile “calo” possa sfociare, nel prossimo futuro, in un più devastante “blocco” assistenziale. Ciò lo chiedono i Lavoratori, lo chiede con forza il Sindacato ma, soprattutto, lo pretende tutta la popolazione Sarda, titolare del diritto costituzionale alla salute”.











