Stop al calcetto, uno degli sport di contatto più praticati anche in città. La “pausa” molto probabilmente, salvo ripensamenti dell’ultimo minuto, sarà decisa con il nuovo Dpcm che il Governo Conte si appresta, forse già stasera, a licenziare. E, anche nel capoluogo sardo, tremano tutti gli organizzatori di partite e tornei amatoriali. Fermi da marzo a luglio per il lockdown, tra loro c’è chi ha già ripreso a imbastire match in questo o quel campo sportivo e chi, invece, si trova a pochi giorni dal “nuovo esordio” dopo i mesi neri del Coronavirus. Sul punto è già intervenuto il Codacons Sardegna che, oltre al calcetto, ha citato anche altri sport: “Lo stop agli sport amatoriali determinerà l’impossibilità di praticare anche basket, balli di coppia e di gruppo, pallavolo, boxe, arti marziali. Attività spesso già pagate dai cittadini con abbonamenti, tessere, corsi, lezioni. Il Governo deve rimborsare”. E loro, gli organizzatori, raccontano le difficoltà legate alla ripartenza e la paura di dover nuovamente, e sino a chissà quando, dire addio ai guadagni.
Giacomo Uccheddu, 34 anni, da nove organizza gare e tornei. Oggi, principalmente, nei campi della Verderame di Cagliari, alla Ferrini e alla Santo Stefano di Quartu: “Sto ancora raccogliendo adesioni per delle gare, a questo punto slitteranno. Sono rimasto fermo da marzo sino al sei luglio, e da luglio a oggi sono riuscito, in fretta e furia, a organizzare partite di calcetto con una sessantina di squadre”, spiega Uccheddu, presidente dell’At League, “una società no profit che, grazie alle collaborazioni sportive, riesce ad avere anche una decina di collaboratori. Sono riuscito ad ottenere due volte il bonus di 600 euro previsto dal Governo, ma sono soldi che ovviamente non bastano”. E, nelle ultime settimane, Uccheddu assicura che “abbiamo controllato ogni giocatore, facendogli portare ogni volta il certificato al campo e misurandogli la temperatura. È ingiusto che fermino proprio noi, facciamo sport con una ventina di persone all’ora e all’aria aperta, con un contatto minimo. Intanto, nelle piazze la sera ci sono assembramenti”. Critico anche Giampiero Solinas, da oltre vent’anni organizzatore di tornei e gare di calcetto: “Dal lockdown sino a oggi non ho ancora organizzato gare, anzi, quelle programmate le ho dovute annullare”, afferma il numero uno della New Point Cagliari: “Dovrei ripartire il 25 ottobre, con me collaborano altre cinque persone e abbiamo la sede da mantenere. Se bloccheranno davvero le partite, come farò a sostenere le varie spese di affitti e bollette? Avevo anche già comprato il gel igienizzante e i termometri per i giocatori. Purtroppo, c’è stato un po’ di menefreghismo, in generale. Ma gli impianti sportivi, e anche noi, devono poter lavorare, sennò sarà un dramma. Non mi sono informato per il bonus del Governo di marzo e aprile, ora lo farò con la Regione, so che ha messo soldi a disposizione per le società sportive”.










