Cagliaritana perseguitata da un call center: “Ora la faremo chiamare da tutti gli operatori possibili”

Una pedagogista molto stimata, racconta un episodio simbolo di come molti sardi siano “schiavi” della pubblicità dei call center, che in questo caso è diventata addirittura una vendetta. Tanto che la donna si è persino rivolta ai carabinieri: “Nel giro di pochi minuti ha cominciato a chiamarmi chiunque, e sostenevano stessero rispondendo a una mia richiesta…”


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Cagliaritana perseguitata da un call center: “Ora la faremo chiamare da tutti gli operatori possibili”. Giorgia Spano, pedagogista molto stimata, racconta un episodio simbolo di come molti sardi siano “schiavi” della pubblicità dei call center, che in questo caso è diventata addirittura una vendetta. Tanto che la donna si è persino rivolta ai carabinieri. “Sono esterrefatta e voglio rendere pubblico ciò che mi è successo per capire se è frequente o se sono solo io un caso isolato. Venerdì notte Yan ha avuto un concerto e quindi siamo andati a dormire piuttosto tardi. Sabato mattina siamo stati svegliati da un’operatrice di una nota compagnia telefonica che voleva proporci la sua esclusiva offerta. Ho risposto in modo un po’ acido, devo ammetterlo (succede quando vengo svegliata dopo poche ore di sonno) e ho risposto che era sabato mattina, il mio unico giorno libero e che non ero interessata a nessuna offerta. La signorina ha insistito arrabbiata, dicendo che per lei il sabato era lavorativo come anche la domenica e che la dovevo lasciare lavorare. Ho chiuso la telefonata e dopo nemmeno un minuto ha squillato nuovamente. Stavolta era la responsabile del servizio che in modo alterato mi ha detto che non mi dovevo permettere di trattare così la sua operatrice e che da quel momento in poi mi avrebbe fatto chiamare per tutta la settimana da tutti gli operatori possibili. A quel punto mi sono arrabbiata anche io… è mai possibile che il mio risveglio e la mia mattinata debbano essere compromesse dalla frustrazione di una operatrice di call center che si vede “murata” da un normale cittadino? Nel giro di pochi minuti ha cominciato a chiamarmi chiunque, e sostenevano stessero rispondendo a una mia richiesta, ho spiegato che una loro collega si era messa a fare i dispetti e anche loro si sono lamentati, giustamente, perché stavano rispondendo a una richiesta fasulla e quindi perdendo tempo. Infine ha chiamato nuovamente la suddetta responsabile per minacciarmi apertamente dicendomi che mi sarebbe venuta a cercare e che mi aveva già denunciato all’agenzia delle entrate 🤔 che non capisco nemmeno cosa c’entri. Insomma, per smettere di sentire il telefono squillare l’abbiamo dovuto staccare… ma prima ho provato anche a rivolgermi ai Carabinieri per sporgere una denuncia.

Ma chi mi ha risposto mi ha scoraggiato dicendomi che i call center ricevono centinaia di denunce ogni giorno e sarebbe stata una cosa troppo lunga, me l’ha sconsigliato. Ha detto che avrei fatto prima a far bloccare dal mio operatore le telefonate pubblicitarie e poi, mi ha detto: “si faccia furba, quando chiamano dica che l’intestataria dell’utenza è defunta, io l’ho fatto per mia suocera e non l’hanno più cercata!”.
Ora, chi mi conosce sa che sono una persona rispettosa e tollerante, faccio un lavoro in cui aiuto le persone e so cosa è deontologicamente corretto. Mi scontro anche io con la frustrazione talvolta, e ho imparato a gestirla. Mi chiedo, le persone che scelgono di lavorare in un call center, sanno che nella stragrande maggioranza dei casi stanno “cercando” persone che non hanno chiesto nulla, ed è quindi altamente probabile che disturbino o che becchino il momento sbagliato… lo devono mettere in conto, no? Io non mi permetto di giudicare né di non rispettare il lavoro altrui, tante volte ho risposto con cortesia, ma nel momento in cui viene disturbata e lesa la mia libertà di dire di non essere interessata e si insiste nel voler mantenere una comunicazione, allora non posso che reagire in malo modo.
Io credo che a ciascuno, anche in situazioni stupide come questa, non debba essere lesa la libertà di dire “no, grazie”!”, il racconto integrale della donna “minacciata” dal call center.


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