La discesa in campo di Gianfranco Carboni scuote una campagna elettorale sinora a dir poco soporifera, nella quale ci stiamo tutti addormentando. Non ci sono dibattiti. Non ci sono polemiche. Non ci sono proclami, ci si avvia al 5 giugno in una fase di stanca che non può che preludere alla rielezione del sindaco Massimo Zedda. Certo, le sorprese sono sempre possibili, ma andrebbero quantomeno alimentate. Carboni rappresenta quella sinistra tradita da Sel, il partito che attacca Pigliaru e il Pd in piena sfida elettorale a Cagliari.
La campagna elettorale di Massidda al momento è a dir poco soft, per usare un eufemismo: nessun attacco frontale a Zedda, tutto all’insegna del lavoro e vogliamoci bene: pensiamo davvero che possa bastare per costruire un’alternativa credibile? Molto più determinati i grillini, ma è difficile immaginare che la Martinez possa arrivare al ballottaggio. Allora, abbiamo una sensazione: che i poteri forti abbiano già deciso il ballottaggio tra Zedda e Massidda. E anche il nome del vincitore. I partiti non fanno campagna elettorale, si auto nascondono.
Cinque anni fa vedevamo i pullman tappezzati di ragazzi in campo, i Zedda Boys e i Fantola Boys. Si respirava un’atmosfera diversa, oggi a dieci giorni dalla presentazione delle liste non sappiamo neppure quali sosterranno il centrosinistra. Troppo sicuro della vittoria. Massidda ha la possibilità di scavalcare Zedda ma deve mostrare più coraggio: paradossalmente ha fatto più campagna elettorale negli ultimi 2 anni e mezzo che negli ultimi due mesi. Vuole avere rimpianti? Di sicuro Zedda (che sceglie con cura anche i giornali da portare sottobraccio e quelli da cui non farsi intervistare) non si aspettava di trovarsi tra i nemici più agguerriti Gianfranco Carboni, proprio lui, quello che voleva “mettere in castigo”. E che ora, ogni giorno, in campagna elettorale gli farà l’analisi del sangue di quel che non ha realizzato.












