Cagliari, la crisi nera dei ristoranti: “Strozzati tra prezzi folli e tanti clienti spariti”

La chiusura del ristorante di Luciano Incani rischia di non essere l’ultima croce nel settore. Tanti locali aprono la sera solo nei weekend, Efisio Mameli: “Non possiamo più fare sconti ai pochi clienti abituali rimasti, carne e pesce hanno raggiunto prezzi assurdi: la Regione deve dare ristori anche a noi”


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Le cucine chiuse dal lunedì al giovedì sera, riaperte solo nel weekend per cucinare molti meno piatti rispetto al passato, le casse semivuote e il “passaggio maledetto” dalla crisi del Covid a quella della guerra. Che ha portato un netto aumento dei costi di tutti i prodotti, mettendo ancora di più in croce i ristoratori cagliaritani. Ieri, su Casteddu Online, la notizia della chiusura del locale di Luciano Incani in viale Sant’Avendrace dopo decenni di onorata carriera. Una croce che rischia di non essere l’unica: “E negli ultimi anni anche altri si sono arresi, si tratta soprattutto di ristoratori piccoli che avevano aperto da poco”, spiega Efisio Mameli, famoso ristoratore di Cagliari e Quartu e ai vertici della Fipe Confcommercio. “Siamo rimasti noi a galleggiare, chissà sino a quando. Prima, ai clienti abituali, si faceva lo sconto, ora non è più possibile e, fortunatamente, lo comprendono. La crisi riguarda tutti, i prezzi di tutti i prodotti, dalla pasta ai pelati e dalla carne al pesce hanno raggiunto prezzi folli”.
 “Sì, a breve il green pass sarà eliminato, ma nel frattempo la gente non ha già più i soldi per permettersi di andare al ristorante, hanno deciso di tagliare le spese non essenziali”, sostiene Mameli. Che ricorda di una lettera, rimasta “morta”, spedita alla Regione qualche settimana fa: “Abbiamo chiesto di avere dei ristori, degli aiuti economici. Siamo molto contenti che si stiano aiutando gli artigiani e gli autotrasportatori, ma esistiamo anche noi e il nostro è un settore fondamentale anche per lo sviluppo turistico”.


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