In un tempo in cui gli scenari cambiano di giorno in giorno, notizie e storie spesso importanti rischiano di diventare “vecchie” troppo rapidamente e per questo non venire raccontate.
Il cosiddetto paradigma binario che ha sempre caratterizzato il mondo dell’informazione, sta comprimendo la capacità critica e contribuendo a realizzare un mondo sempre più diviso e sensibile… a comando. Così, la vicenda di D.V. e della sua famiglia, oggi non interessa più a nessuno: è sorpassata. Ma tutto questo è normale?
D.V., 75 anni di Cagliari, è un paziente oncologico che necessita di un intervento specialistico in un ospedale della penisola. Non un vezzo quindi, ma una vera e propria condizione di necessità. L’ospedale fissa subito l’appuntamento per il pre-ricovero. C’è però un problema: D.V. è sprovvisto di Super Green Pass e, sino a pochi giorni fa, non era possibile per un sardo lasciare l’Isola senza il giusto qr code. La normativa è chiara: inutili i tentativi della famiglia che si rivolge prima al medico di medicina generale, poi al 1500 (numero di telefono messo a disposizione dal Ministero della Sanità per l’emergenza Covid-19). Ma ciò che addolora maggiormente D.V., racconta un familiare, è la reazione di amici e conoscenti che, quando va bene non sanno cosa dire, altre volte ripetono come un mantra: “Perché non ti sei vaccinato? Saresti potuto partire”. I giorni passano e l’ospedale avverte che, nel caso di rinuncia al pre-ricovero, sarebbe stato rimandato a data da destinarsi…
L’intervento però è talmente importante che l’uomo, nonostante le motivazioni per le quali non aveva proceduto alla vaccinazione, capisce che non c’è altra strada. Ma il tempo non consentirebbe neanche questo. La famiglia non si arrende e navigando nell’oceano di norme e regole, scopre che, per partire verso l’estero, non viene richiesto il Super Green Pass e neanche a chi, dall’estero, fa il suo ingresso in Italia. Ecco la “soluzione”: per potersi recare in ospedale a Milano, D.V. dovrà passare da un altro Paese. Così è stato: Cagliari-Valencia, una giornata in Spagna e l’indomani, Valencia-Milano. Per rientrare a casa, percorso inverso e quarantena di cinque giorni. Un vero e proprio pellegrinaggio per un uomo anziano, per un paziente oncologico e dolorante.
Oggi la normativa è cambiata ed è possibile prendere un aereo da e per la Sardegna con il Green Pass base e quindi semplice tampone. Qualcuno si chiederà perché raccontare questa storia soltanto adesso, la risposta è semplice: i giorni in cui D.V. è stato a Milano in ospedale, erano esattamente quelli degli “scandali” di alcune strutture sanitarie che posticipavano consulenze o interventi chirurgici ai pazienti non vaccinati. Prudenza dunque, tutto qua.
E il pre-ricovero? E’ andato benissimo ma anche visitare la Spagna e assaggiare la sua paella, sono stati un diversivo importante e piacevole… nonostante tutto. Resta però, tra le tante, una domanda: è possibile che l’umanità si riduca a questo?
P.M.











