Cagliari, una vera ecatombe di negozi tra via Dante e dintorni: la strage del commercio quasi in silenzio

Una giungla di serrande abbassate, insegne letteralmente spezzate, di cartelli “Affittasi” messi lì senza neanche troppa convinzione: quasi un negozio su tre nella zona tra via Dante e strade limitrofe ha le serrande abbassate. Non va molto meglio in via Sonnino. Mannino: “Subito un piano per ridurre gli affitti, spostare in centro molte attività della Marina e una Card speciale per turisti e residenti”


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Cagliari, una vera ecatombe di negozi tra via Dante e dintorni: la strage del commercio avviene quasi in silenzio. Una giungla di serrande abbassate, di insegne letteralmente spezzate, di cartelli “Affittasi” messi lì senza neanche troppa convinzione: quasi un negozio su tre nella zona tra via Dante e strade limitrofe ha le serrande abbassate. Non va molto meglio in via Sonnino, dove si assiste alla morte di negozi storici: la strage silenziosa del commercio nel dopo virus a Cagliari avviene nel silenzio quasi totale delle associazioni di categoria. Chiudono negozi di tutti i tipi: ristoranti, abbigliamento, negozi di intimo, rosticcerie, bar, non c’è una regola settoriale. E’ semplicemente una crisi economica che ricorda solo in parte quella tra il 2009 e il 2012: via Dante si era appena risollevata un anno fa con nuove aperture, ora quella che un tempo era la via delle passeggiate dei cagliaritani torna ad essere al cimitero degli “affittasi”: E spostandosi nelle strade attorno, tra via Pitzolo e via Satta, i contorni diventano sempre più grigi. E a giudicare dalle video interviste in centro raccolte oggi da Casteddu Online, la sensazione è che molti negozi che hanno riaperto lo abbiano fatto semplicemente per cercare di svuotare la merce. Sono emblematiche le parole di Paola Francesconi che chiude Griffe: “I clienti non sono numeri, vengono qui a misurare gli abiti e poi li comprano su Internet: così vista la crisi è impossibile andare avanti”. Nelle zone non pedonali ci sono ristoranti anche storici che ancora sono sbarrati.

Intanto però in Comune qualcosa si muove, ed ecco le prime idee. Pierluigi Mannino, presidente della commissione Attività Produttive, propone: “Bisogna ridurre gli affitti dei locali ma anche realizzare un piano per spostare molte attività dalla Marina al centro, riequilibrando il tessuto commerciale della città. Poi lanceremo la Card comunale, una carta “fidelity” destinata ai turisti ma anche ai residenti, con sconti e agevolazioni per chi compra nei negozi che aderiranno: il Comune deve farsi promotore di una piano di rinascita perchè la situazione è grave, come era facile prevedere. Bisognerebbe teoricamente fotografare la città dall’alto e vedendo tante serrande abbassate in certe zone riportare i commercianti tra San Benedetto e piazza Costituzione, in tutta quell’area. Non sono certo bastate le pedonalizzazioni a pioggia degli ultimi sette anni per risollevare il commercio in città.

In tanti si fanno una concorrenza spietata in pochi metri, nelle zone dove circola più gente”. Ma certo via Dante non può essere appunto considerata una strada di serie B, come non lo è neppure via Sonnino. Lì, dove sta morendo tutto, è il segnale che qualcosa non va. E bisognerà ricominciare da zero, con tanti posti di lavoro in fumo: “Ovviamente c’è un problema anche di consumi e liquidità della gente- aggiunge Mannino- il governo dovrebbe fare di più e ben altro, ad esempio una vera pace fiscale per permettere di pagare in dieci anni le pendenze delle tasse non versate. Perchè la rottamazione ha salvato molti che magari i soldi li avevano, ma chi si è trovato al bivio tra pagare e salvare un dipendente e scordare una imposta vista la crisi attuale ha diritto ad avere una possibilità di risollevarsi. Gli affitti dei negozi, invece, vanno calmierati e abbassati dando una premialità ai proprietari dei locali”. Già, perchè chi ha il coraggio di riaprire ora, con quattro mesi di affitto arretrato e le bollette da pagare magari senza avere ricevuto ancora un centesimo dallo Stato?

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