Cagliari, un altro bambino avvicinato da un adulto sul social network Tik Tok: “Genitori, occhio alle trappole”

Luca Pisano dell’Osservatorio Cybercrime Sardegna denuncia: “ieri un bambino cagliaritano è stato avvicinato da un adulto che gli ha dato fastidio sul social Tik Tok degli adolescenti. Le sue manovre di avvicinamento hanno spaventato il bambino che non ha infatti dormito durante la notte. Si tratta di un uomo che cerca di attirare l’attenzione dei bambini, ballando in mutande o indossando la maschera dell’uomo ragno o di Superman”


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LE FORME VIRTUALI DELL’ODIO GENITORIALE.
Cagliari: un altro bambino avvicinato da un adulto sul social network “Tik Tok”.

Perché i genitori odiano i figli al punto da esporli intenzionalmente a gravissimi rischi?
Perché, – nonostante i ripetuti avvisi della Polizia Postale e della Procura Minorile, i corsi di formazione svolti dagli operatori socio sanitari e le informazioni reperibili sui giornali -, i genitori continuano a trattare i bambini come se fossero persone adulte in grado di confrontarsi con le insidie del mondo virtuale?

Mentre sino a 15 anni fa, l’abuso all’infanzia era prevalentemente agito da genitori portatori di importanti disagi psichici e disturbi psichiatrici, ora, anche le persone “normali” hanno perso la capacità di proteggere i bambini.

C’è chi permette di aprire un profilo su Instagram o Tik Tok, chi lascia che il figlio tenga lo smartphone durante la notte, chi autorizza l’uso di videogiochi che permettono l’interazione con sconosciuti e chi pubblica le foto dei figli sui social network (fornendo indicazioni sullo stile di vita e i luoghi frequentati).

Dalle ricerche svolte dall’Osservatorio Cybercrime Sardegna, quasi 4 bambini sardi su 10 vivono quotidianamente numerosi pericoli sul web.

Tra questi, c’è anche un bambino di 10 anni, residente a Cagliari, che è stato raggiunto ieri sera su TikTok da un adulto (vedi le foto allegate) che gli ha dato fastidio.
Anche se i comportamenti di questo “signore” non si configurano ancora (forse) come un reato, certamente le sue manovre di avvicinamento hanno spaventato il bambino che non ha infatti dormito durante la notte.

Premesso che abbiamo sollecitato la mamma a contattare la Polizia Postale di Cagliari, dall’analisi dei due profili pubblici di Tik Tok di questo “signore” è emerso che:

1. il 90% dei suoi contatti (quasi 2000) è costituito da bambine e bambini;
2. ha numerosissime foto (pubblicate sui suoi profili) di bimbi che giocano al parco;
3. cerca di attirare l’attenzione dei bambini, ballando in mutande o indossando la maschera dell’uomo ragno o di Superman;
4. cerca di ottenere la fiducia dei bambini, pubblicando i “duetti” dei suoi video che riportano da una parte se stesso che balla e dall’altra bimbi che danzano, seguendo il ritmo di una canzone.

Ecco allora che da quando i genitori hanno perso la capacità di pensare, i bambini, un tempo, soggetti da tutelare e proteggere, sono (ri)diventati oggetti (attualmente, da piazzare sul web), consumatori e clienti di prodotti tecnologici.

Bisognerà riscrivere i manuali di psicologia per spiegare come sia stato possibile, con l’avvento del super capitalismo e del neoliberismo economico, produrre una generazione di genitori “normali” ma liberi di odiare i figli senza provare sensi di colpa.

Se puoi, condividi per avvisare i genitori.

Luca Pisano
Direttore Osservatorio Cybercrime Sardegna


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