Scende a Cagliari il numero dei pubblici esercizi: rimangono solo caos e inquinamento. Questa la denuncia del comitato della Marina “Ruimore No Grazie”.
Dati che faranno discutere: “Illusione e realtà: l’inseminazione artificiosa di tavoli nelle strade del Centro storico di Cagliari ha creato l’illusione di un rinascimento economico urbano affidato alla mescita e alla ristorazione. A questa missione impossibile si è applicata l’ Assessore alle attività produttive, Barbara Argiolas. E questo in anni in cui calavano il potere d’acquisto delle famiglie, il numero dei pubblici esercizi in Italia (meno 40 mila negli anni 2010-2015), il numero degli abitanti in città. Ma la realtà, alla fine, si fa strada pur in una selva di mistificazioni.
E’ bastato andare alla Camera di Commercio e operare una verifica per gli anni 2013-2015, sull’andamento delle “Attività dei Servizi di Ristorazione”, Codice Ateco 2007-Classe 56, che comprende tutte le tipologie di pubblici esercizi. I numeri, nella loro fredda oggettività, spazzano via ambiguità, “verità” destituite di ogni fondamento, scelte politiche inquinanti che hanno creato malessere e non benessere.
La tabella che segue è emblematica:
Anno Cancellazioni Iscrizioni Differenza
2013 74 47 27
2014 95 40 45
2015 114 31 83
Totale 283 118 165
Quindi la città non solo non ha beneficiato di un incremento del numero delle imprese ma deve registrare un significativo calo. Meno 165 nel periodo considerato. L’errore tragico di desertificare le periferie e di sovraffollare il Centro storico ha creato solo danni e ha fatto nascere l’obbligo di predisporre per i quartieri di Marina e Stampace Piani di Risanamento Acustico. Prova intangibile dei disastri ambientali creati. Il suggello l’ha posto il TAR condannando il Comune di Cagliari per disastro ambientale da rumore.










