È stato condannato a sei anni e a pagare una provvisionale di 25mila euro il cinquantenne di Cagliari che, nel 2020, ha raggirato e violentato la zia, in quel periodo fragile psicologicamente e molto devota, fingendosi un dipendente del Vaticano tramite un profilo falso di Facebook. Attraverso la chat e anche i messaggi sullo smartphone, il cinquantenne ha consigliato, stando all’accusa, alla zia cinquantanovenne, di avere rapporti sessuali proprio col nipote per poter sperare di sposarsi addirittura davanti al Papa. Dietro lo schermo, però, c’era la stessa persona. Che, dopo aver chiesto e ottenuto il rito abbreviato, oggi ha ascoltato la lettura della condanna da parte del giudice Lucia Perra. Sono state quindi riconosciute le colpe che hanno portato l’uomo alla sbarra. La vittima era riuscita ad uscire allo scoperto perchè, nel 2020, si era confidata con una sua sorella. La denuncia era stata protocollata nei giorni successivi.
“Sono soddisfatto della decisione del giudice”, commenta, a sentenza pronunciata, il legale che ha tutelato l’anziana, Fausto Argiolas: “Ho già sentito la mia cliente e si è messa a piangere. Un pianto liberatorio perchè, da oggi, per lei è finito un incubo”. La condanna nei confronti del cinquantenne di Cagliari non è, naturalmente, ancora definitiva. Le motivazioni saranno depositate entro novanta giorni: “Attendo di leggerle con attenzione”, afferma Davide Mascia, l’avvocato che ha difeso l’uomo. “Posso già annunciare il ricorso in appello, ritengo di avere già fornito tutti gli elementi per provare l’estraneità, da parte del mio assistito, ai fatti”. Elementi che, però, non sono stati ritenuti convincenti, almeno in primo grado.









