La banda musicale di santa Cecilia di Quartucciu da un lato, il parroco della chiesa di san Lucifero, che gestisce anche la basilica di san Saturnino di Cagliari dall’altra. Con quest’ultimo chiamato in causa con un post velenosissimo, scritto dal presidente della banda Sandro Murru su Facebook, contenente accuse e parole molto dure, cancellato solo dopo qualche ora. I social non perdonano, c’è chi ha fatto tutti gli screenshot e l’ha ripubblicato sul web. Motivo del contendere? La disponibilità della basilica cagliaritana per il 27 settembre, dalle diciassette alle venti, per la festa di santa Cecilia, la patrona dei musicisti. Murru ha stretto accordi con il ministero della Cultura: “Avremmo dovuto celebrare la messa, officiata dal nostro don Antonello Angioni e, successivamente, fare il concerto. Ieri, però, il parroco della chiesa di san Lucifero ha strappato tutte le locandine che avevamo messo e, stando a quando comunicato dalla sovrintendenza, avrebbe urlato che la chiesa è di sua proprietà. Ma il monumento è di proprietà dello Stato, abbiamo effettuato tutte le richieste e integrazioni”. Messaggi poi cancellati, Niente da fare, però. La messa è stata annullata.
Il religioso chiamato in causa è don Pierpaolo Piras, alla guida anche della vicinissima chiesa di san Lucifero. Il religioso non si scompone: “Non sono sui social, ma mi è stato riferito di un lungo post nel quale sono stato attaccato, poi eliminato. È tutto molto semplice”, spiega. “Il responsabile della basilica sono io e io devo dare il permesso per ogni celebrazione. Il pagamento è una questione del polo museale. Per celebrare in basilica sono io che dico se si celebra o no, tradizione vuole che mi si avvisi”. Un particolare non di poco conto: “Ho staccato e non strappato le locandine, sono tutte piegate in sacrestia. La messa non si terrà perchè la celebrazione dipende da me. Ci vuole un’autorizzazione per tutte le cose da fare in un luogo consacrato. Ho saputo per caso dell’evento. Non ho mai urlato che la chiesa fosse mia, non ho bisticciato con nessuno. Ormai è troppo tardi per celebrare la messa, la domenica hanno inoltre determinati orari. Dovrà intervenire la curia, non entro nel merito di queste cose”. Alla fine, celebrazione saltata, pagamento di 375 euro da effettuare al ministero nei prossimi giorni da parte della banda, che si consolerà con il concerto: “Arriveremo nella basilica un’ora prima, almeno così potremo sfruttare tutte le tre ore previste”, conclude, laconicamente, Sandro Murru.