Cagliari, “LA MISURA È COLMA”. Ritardo pagamento stipendi giugno 2025. OR.S.A. TPL ARST esprime sdegno e profonda preoccupazione per quanto verificatosi nella giornata del 10 luglio 2025, data in cui l’Azienda, stranamente, non ha provveduto al pagamento degli stipendi relativi al mese di giugno, senza alcun preavviso, né comunicazione ufficiale ai Lavoratori. Comunicazione poi successivamente avvenuta alle ore 14.00 circa tramite email inviata a tutti i Dipendenti che giustificava il mancato pagamento per “criticità di tipo amministrativo” e che per il “disagio creatasi l’ARST avrebbe pagato la quattordicesima mensilità prima della scadenza contrattuale del 20 luglio p.v.”. È certamente un fatto gravissimo e preoccupante, che colpisce in modo diretto centinaia di famiglie che non riescono a tirare avanti già in queste condizioni che conferma, purtroppo, quanto da tempo denunciamo: un’Azienda allo sbando sul punto di vista gestionale e delle politiche del Personale, distante anni luce dai propri Dipendenti, incapace di garantire la regolarità negli adempimenti più basilari.
ARST, infatti, è da diversi anni che non è regolare nei pagamenti come ad esempio sui contributi sindacali, sui contributi previdenziali fondo previdenza complementare, cessioni del quinto e assicurazioni, peraltro evidenziato timidamente da qualche sigla sindacale solitaria presente in ARST SPA, ma che mai hanno alzato barricate unitarie per far sì che tali situazioni venissero sanate e regolarizzate nei pagamenti in quanto comunque erano e sono soldi dei Lavoratori. Invece in questo caso, per qualche ora di ritardo nei versamenti degli stipendi, abbiamo assistito all’ennesimo teatrino delle solite sigle “tradizionali”, le stesse che per anni sono rimaste in silenzio di fronte a problemi strutturali e organizzativi dell’Azienda. Stranamente e con tempismo quasi sospetto, già nelle prime ore dopo il sorgere del sole del 10 luglio, si sono precipitate ad emettere diffide e richieste, come in una corsa affannata alla visibilità dopo anni di immobilismo. Addirittura tutti insieme unitariamente a proclamare lo stato di agitazione (per l’ennesima volta fasullo) contro ARST. Un comportamento che non può non sollevare interrogativi, soprattutto alla luce del loro agire confusionario, contraddittorio e a tratti imbarazzante: si muovono in modo unitario solo quando serve copertura politica o numerica, salvo poi agire in ordine sparso non appena percepiscono l’evidente possibilità di raccogliere qualche iscrizione in più, escludendo deliberatamente altre sigle. È il caso della richiesta di incontro inviata nella stessa giornata del 10 c.m., al calar del sole, ai vertici politici regionali eliminando dal documento il logo delle sigle di faisa e ugl. Ancora più strano appare tale richiesta di incontro ai vertici politici regionali avvenuta dopo la nota stampa apparsa sul web dell’Assessora ai Trasporti della Ras la quale dichiarava che: “… ogni inadempienza o ritardo nella piena operatività e funzionalità aziendale non può che essere imputata all’ingiustificata inerzia dell’Amministratore uscente, Dottor Roberto Neroni”. “Per tali ragioni l’Amministrazione invita ancora una volta l’amministratore uscente – dottor Roberto Neroni – alla risoluzione immediata delle gravi problematiche denunciate dalle organizzazioni dei lavoratori. Perciò, al perdurare di ogni eventuale ulteriore inadempienza, l’Amministrazione agirà a tutela dei propri interessi e di quelli della società controllata ARST spa e dei suoi lavoratori”. Quindi era ed è una questione prettamente politica, legata ai disguidi tra una gestione passata a quella futura di ARST SPA, alla quale al giorno d’oggi non si ci può più meravigliare. Questo teatrino sindacale oggi vada da solo domani pure e dopodomani forse anche con voi faisa e ugl, noi di ORSA TPL la definiamo: una vera e propria danza sindacale a geometria variabile, il cui unico risultato è disorientare i Lavoratori dai veri problemi e alimentare solo ulteriore confusione atte a creare false incertezze!. La verità è che la fiducia dei Lavoratori è stata profondamente compromessa. Se oggi l’Azienda e chi l’ha accompagnata per anni si trovano in un vicolo cieco, non è colpa di chi rivendica oggi con forza i Diritti, ma di chi ha preferito il silenzio, l’attesa, o peggio ancora l’accomodamento degli anni passati. OR.S.A. ha scelto da tempo un’altra strada, basata su una piattaforma concreta, incontri formali, atti pubblici, azioni legali, Scioperi ad altissima adesione. Se oggi qualcuno si sveglia solo quando la situazione implode, è bene ricordargli, che la credibilità non si improvvisa, si costruisce. E la nostra, quella di OR.S.A è una credibilità che ci stiamo guadagnando tutti insieme sul campo. Il ritardo sugli stipendi è solo la punta dell’iceberg. Il vero problema è un sistema che ha smesso da tempo di ascoltare e rispettare i Lavoratori. La dimostrazione meschina e inconcludente di queste sigle sindacali tradizionali sta oggi sulla stampa locale, sicuramente amica, che nell’appropriarsi indebitamente della vertenza e Scioperi ARST indetti da ORSA TPL, scrive: “i sindacati nelle ultime settimane hanno indetto due giornate di sciopero: una di quattro ore lo scorso 3 giugno, replicata sabato scorso. Al centro delle trattative con l’azienda, tra i vari argomenti, ci sono lo stato dei locali di riposo per il personale, i turni part-time e full-time, il contratto integrativo fermo dal 2009 e il sistema dei buoni pasto.” Queste problematiche appropriate indebitamente da queste sigle dormienti sono tutte problematiche che si sommano alle altre racchiuse nella vertenza apertasi il 29 aprile 2025 con lo stato di agitazione di tutto il Personale ARST SPA proclamato da ORSA TPL costituitasi in ARST. Vertenza che continua con la massiccia adesione dei Lavoratori agli Scioperi e con il loro consenso che si tramuta nella crescente iscrizione da parte dei Lavoratori al nostro Sindacato che cresce in termini di rappresentatività e responsabilità che sta creando scompiglio all’interno di questi “opportunisti chiamati tradizionali”. La vertenza continua perché le problematiche esistono da decenni e devono avere risposte da parte dell’ARST con il nuovo amministratore unico in quanto il precedente non ha voluto sentire. Vertenza che continua attraverso il prossimo Sciopero proclamato per il 26 luglio per l’intera giornata lavorativa. Ancora una volta sarà il banco di prova contro l’inerzia dell’ARST e dei suoi sudditi. A questi “tradizionali” fanno paura solo le disdette sindacali. Ecco perché stanno risorgendo con le solite chiacchiere! Il loro “potere contrattuale in ARST” si sta giornalmente assottigliando. E se nessuno avrà il coraggio di dire le cose come stanno, lo faremo noi. Fino in fondo”, concludono.