Riaperti anche dentro dopo mesi tra zone rosse, arancioni e gialle, già con un po’ di prenotazioni ma, contemporaneamente, con l’amaro in bocca. E un bel po’ di paura. I ristoratori di Cagliari stavano ancora facendo la spesa in attesa dei primi clienti per pranzo, quando hanno saputo della nuova ordinanza firmata dal presidente della Regione Christian Solinas. Che fissa dei limiti: “Una persona ogni 20 metri cubi d’aria ed un tasso di ricambio dell’aria non inferiore a 0,5” anche per “le attività di ristorazione”. Un calcolo non semplice, di sicuro ben diverso da quello della distanza tra i tavoli, dove è sufficiente un metro. E che potrebbe portare i ristoratori a perdere vari coperti proprio all’interno delle sale. Cristiano Aresu, titolare di un ristorante proprio accanto al Consiglio regionale, lo ammette sin da subito: “Non so come farò a misurare, gli spazi ci sono e sono ampi. Non farò nemmeno tavolate, sempre tutti distanziati anche perchè la mia clientela è datata, ci sono anziani che non vogliono stare troppo vicini. C’è ancora paura, al chiuso ho novanta posti su tre sale. Ho lavorato bene anche nell’ultima settimana, chiedo a tutti di avere sempre un rispetto delle regole per non ricadere ad ottobre in un possibile lockdown”, afferma. E, sui metri cubi d’aria da misurare, “Solinas è qui vicino. Venga a mangiare da me e mi dica come fare”.
Roberto Cinus, nel Corso, ha “trenta posti a sedere, tenendo le distanze di due metri. I 20 metri cubi? Chiamerò un ingegnere per fargli fare i conti, se devo mettere tre persone mi conviene chiudere e lavorare solo fuori. Non me l’aspettavo, cosa vuol dire 20 metri cubi d’aria dentro una sala che ha un’altezza di cinque metri? Va misurata in altezza o in larghezza? Negli ultimi ponti mi sono salvato con i turisti. Io faccio il ristoratore, non so come si misurano metri cubi d’aria a persona. Nei miei tavoli massimo 4 persone, sono sorpreso e incuriosito. Anche preoccupato, lo sono da due anni, ci ho fatto il callo”. Un altro ristoratore, Antonello Ghiani, è netto: “Non ho fatto ancora calcoli ma mi sembra un’assurdità mettere questo vincolo di 20 metri cubi d’aria per ogni cliente proprio ora che siamo diventati bianchi. I tavoli hanno la distanza garantita. dovrò chiamare un ingegnere o un geometra per capire cosa devo fare”. Previsti, ovviamente, dei controlli: “Cercherò di rispettare le regole, l’ultima volta bianchi siamo poi passati in rosso. Stanno arrivando anche i turisti, per il ponte del due giugno le prenotazioni sono buone, incrocio le dita. L’ordinanza di Solinas è l’ennesima mazzata che cade dal cielo, una restrizione della quale non si capisce il perchè, è inadeguata e strana. La Regione ci spieghi meglio, in caso contrario pagherò l’ingegnere”. E, se dal computo dovessero emergere restrizioni troppo grosse, Ghiani sa già come provare, almeno in parte, a salvarsi: “Tavolini sono fuori, i miei clienti si adegueranno ma molti li ho già persi perchè non gli piace stare fuori”.