I ristoratori non ci stanno a passare per “aguzzini” o “sfruttatori”. A Cagliari, dove i vacanzieri della cosiddetta fine di bassa stagione già affollano le viuzze del centro, devono fare i conti con l’assenza principale di camierieri. E snocciolano cifre, tipi di contratti e ore di lavoro che fanno capire che, forse, il problema è altrove. O portare piatti e bicchieri e servire è un mestiere passato di moda, o c’è davvero chi vuole quasi la luna nel pozzo, cioè stipendi troppo alti per le mansioni che ricopre. L’allarme è già rosso, certificato da titolari di ristoranti e pizzerie sul mercato da molti anni, non certo gli ultimi arrivati. Come nel caso di Raffaele Mameli, punto di riferimento nel capoluogo per chi ama la cucina carlofortina: “Ho messo annunci su anni, qualcuno mi ha contattato ma non si è presentato. Eppure offro dai 1500 ai 1700 euro al mese e un giorno e mezzo di riposo”, dice, sospirando e guardando oltre la vetrina del suo locale di via Sardegna: “Sto chiudendo in settimana, il mercoledì, non era mai successo prima ed è molto grave. Significa che già 4 giorni al mese non incasso manco mezzo centesimo. Qualcuno potrebbe avere sfruttato i giovani anni fa”, ipotizza Mameli, “ma è certo che quelli come me sono imprenditori validi e chi ha lavorato qui non ha mai avuto problemi. Prova ne è che i cuochi storici arrivano a prendere duemila euro al mese. È tutto un caos, così facendo i giovani fanno perdere la voglia di assumerli. Io ho 43 anni e sto tra sala e cucina tutto il giorno, trascurando la mia famiglia pur di portare avanti l’attività”.
Non va meglio al pizzaiolo Luigi De Micco: “Uno dei miei due locali, all’inizio del Corso Vittorio, è chiuso da due mesi. Pago 1900 euro di affitto per non lavorare. Non posso lavorare, meglio”, precisa De Micco, “perchè mi mancano tre camerieri”. Nella pizzeria che ancora regge, subito dopo via Sassari, la situazione non è rosea: “Lavoriamo su turni e non possiamo farlo a pranzo perchè manca personale. Da poco si è presentato un ragazzo del Bangladesh per fare il cameriere. Mi ha però detto che non ha esperienza e non parla un inglese che sia comprensibile. Forse lo prenderò per fargli fare altre mansioni dentro il locale, ormai siamo costretti a prenderci chi arriva. Avete notato che ci sono molti meno filippini i in giro sui monopattini la sera e la notte. Ora, invece, sono a farsi le stagioni estive nei villaggi, dove li pagano un po’ di più ma pretendono tante ore rispetto alle sette che propongo io, con un giorno libero sicuro ogni settimana”.













