Più spese meno servizi, la sanità in Sardegna è un disastro: e in pronto soccorso 31 ore di attesa prima del ricovero

Sono inquietanti e inaccettabili i dati che emergono dalle ultime rilevazioni sui tempi medi che un paziente trascorre in barella prima di poter accedere al reparto. Nell’isola fantasma, con i dati degli ultimi due anni mai trasmessi dall’assessore sardista Carlo Doria fedelissimo del segretario del psd’az ed ex governatore Christian Solinas, la situazione è ancora peggiore nonostante la sanità si mangi mezzo bilancio regionale


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La sanità in Sardegna si mangia mezzo bilancio regionale eppure, non è un luogo comune né una frase fatta, non funziona nulla. A certificare un fallimento che nell’isola fantasma è ancora peggiore, con i dati degli ultimi due anni mai inviati ad Agenas dall’assessore sardista Carlo Doria, fedelissimo dell’ex governatore e attuale segretario del Partito sardo d’azione, sono i dati choc che emergono dall’ultima indagine sui pronto soccorso, in particolare sui tempi di attesa prima di trovare posto in un reparto. Situazione disperata che accomuna la Sardegna, messa però sempre un po’ peggio, al resto d’Italia, e non è certo consolatorio.

Il tempo medio di attesa in pronto soccorso per il ricovero in area medica nell’anno 2019 era, attesa media, di 25 ore. oggi è di 31 ore (+25%). L’incredibile dato emerge da una rilevazione effettuata da Simeu su un campione di pronto soccorso.
Dunque 6 ore in più rispetto alle già stratosferiche 25 per trovare un letto in reparto, tempo che riflette il disagio dei pazienti e l’impegno assistenziale messo in atto nei pronto soccorso, sempre più a corto di strumenti per provvedere alle nuove esigenze. Se si moltiplica il tempo di 31 ore per il numero dei ricoveri in Medicina in un anno emerge una cifra spaventosa: decine di milioni di ore di assistenza e cura in barella.
Ma ad aggiungere la beffa al già gravissimo danno è l’impennata del costo/paziente per esami di laboratorio: +13%, costo/paziente per diagnostica per immagini: +23%, costo/paziente per farmaci: +15%.

Quindi, in conclusione: paghiamo molto di più, per un servizio che peggiora di giorno in giorno e che non garantisce l’assistenza sanitaria a cui ognuno ha diritto.