Il pane invenduto? Ai poveri, con la speranza che, al calar delle tenebre, siano proprio i più bisognosi ad aprire il sacchetto pieno di rosette, “ciabatte” e filoncini che Piergiorgio Corrias, 53enne cagliaritano, appende fuori dalla sua bottega di via Lai, nel rione centralissimo di San Benedetto. Ieri notte la “prima volta”: tre chili e qualche grammo di pane rimasto negli scaffali dietro il suo bancone. “Ho deciso di non buttarlo più, non ha senso. Anche a fine giornata è mangiabilissimo”, spiega Corrias. Sul cartello c’è una frase, breve ma chiara: “Metto a disposizione di chi ha bisogno il pane invenduto”. Oggi, alle sette del mattino, la bella sorpresa: “La busta non c’era più, è il segnale che qualche bisognoso è riuscito a mettere qualcosa sotto i denti”, afferma, felice, Corrias. Non c’è però solo la volontà di non buttare nella spazzatura del preziosissimo cibo. Il 53enne ha aperto la sua attività già da qualche mese e, quasi ogni giorno, capita che qualcuno indugi davanti alle cassette delle pere o quelle che contengono mazzi di carote: “Sono soprattutto trentenni. Mi chiedono, a bassa voce e con molta timidezza, quanto può costare un singolo frutto. Capisco subito che o hanno pochi spiccioli o direttamente il portafoglio vuoto”.
E allora, Corrias compie un gesto tanto semplice quanto, purtroppo, sempre più raro da vedere: “Prendo la frutta o la verdura e la dono. Apprezzo, da sempre, la dignità di chi non ha nulla ma non arriva a chiedere se può avere qualcosa in regalo. Sì, la crisi c’è anche qui in pieno centro, è innegabile. Ci sono delle signore che contano non l’euro, ma il centesimo”.










