I fiumi di cagliaritani per le vie storiche dello shopping, soprattutto nei weekend di dicembre, portano solo “movimento visivo”. Gli scontrini battuti non aumentano, le casse languono e, tra Capodanno e l’Epifania, tanti negozi reciteranno il de profundis. “Il centro città soffre, a Cagliari non arrivano milioni di turisti, l’Istat certifica che i poveri sono in aumento e, in questo bagno di sangue, il Comune dà il via libera alla costruzione di nuovi centri commerciali. È assurdo”. Davide Marcello, presidente provinciale Confesercenti, non riesce a raccapezzarsi: ci sono nuove serrande pronte a essere abbassate per sempre, ma contemporaneamente sono previste nuove colate di cemento per tirare su maxi strutture di vendita.
“I soldi nelle tasche dei cagliaritani sono sempre meno, con nuovi centri commerciali i flussi si spostano lontano dalle storiche strade del commercio. Via Alghero, via Garibaldi, via Manno, il Largo e tutta la Marina, via Dante, via Pergolesi, via Della Pineta: la media è di un negozio aperto ogni quattro chiusi. Non riusciamo più a resistere, l’ossigeno è già finito”, rimarca Marcello.
Che si può fare? Non tanto: se non siamo al “si salvi chi può” poco ci manca. Il numero uno di Confesercenti, però, striglia il mondo della politica: “È pazzesco dare autorizzazioni per nuove maxi strutture e non preoccuparsi minimamente di un trend negativo, quello delle chiusure dei negozi di vicinato, iniziato nel 2009, tra crolli di fatturato e tante famiglie senza più un lavoro”.










