Per tre ore il canyon di Tuvixeddu a Cagliari è tornato a essere teatro di indagini. I carabinieri del Ris di Cagliari hanno battuto palmo a palmo l’area dove, il 5 febbraio 1995, venne trovato il corpo senza vita di Manuela Murgia. Un caso chiuso come suicidio e riaperto trent’anni dopo come possibile omicidio.
Gli esperti dell’Arma sono arrivati poco prima delle 13 da via Falzarego e si sono addentrati nel punto esatto del burrone in cui la giovane fu trovata. Armati di metal detector, hanno tentato di individuare la porzione mancante della fibbia della cintura che Manuela indossava quel giorno, ma senza successo.
Nel corso del sopralluogo è stata inoltre identificata una pianta ritenuta compatibile con un frammento vegetale individuato anni fa sugli abiti della vittima. L’ispezione è stata disposta dalla Procura di Cagliari come tappa preliminare alla consegna della perizia richiesta dal giudice, attesa entro il 30 novembre, e in vista dell’incidente probatorio fissato per l’11 dicembre. L’inchiesta per omicidio è stata riaperta lo scorso marzo dal pm Guido Pani, dopo le insistenze della famiglia Murgia, che non ha mai accettato la versione del suicidio.
Nel registro degli indagati solo Enrico Astero, ex fidanzato della ragazza, oggi 54enne. La svolta è arrivata con la consulenza del medico legale Roberto Demontis, che ha escluso l’ipotesi del gesto volontario.












