“La scrivania? Tutta sarda, è di Zara”. Dagli anni Sessanta sino al boom delle aziende di mobili low cost e degli acquisti online, a Cagliari quando si parlava di arredamento interni per uffici e negozi il nome di Domenico Zara era quasi sempre il primo. È stato il re e tra i pionieri delle fabbriche specializzate nella produzione di mobilia nel capoluogo sardo, dopo un primo tentativo d fare business venendo macchine da scrivere. Un cambio di rotta che si è rivelato vincente, quello dell’imprenditore morto oggi a ottantanove anni, in casa, stroncato da un infarto improvviso e inaspettato da tutti. La sua insegna rossa in viale Monastir, davanti alla maxi rotonda e a via Puglia, per chi arrivava in città con l’auto dall’hinterland significava che si poteva finalmente svoltare per raggiungere il centro della città. Attico sino a dieci anni fa, Domenico Zara ha ceduto l’azienda al figlio Giuseppe, 54 anni.
“È stato un padre splendido che ha voluto credere fortemente in me, arrivando a farmi gestire l’azienda. Da un anno l’esposizione non c’è più, ma abbiamo ancora magazzini e una fabbrichetta per produrre mobili. Nel tempo abbiamo arredato il principali uffici pubblici e negozi”. Oltre a lui, Domenico Zara lascia anche la moglie, Renza, di ottantaquattro anni. Zara è stato anche un grande appassionato di tennis, da decenni era socio a tutti gli effetti del tennis club di Monte Urpinu.









