“Sono cinque bambini e cinque cateteri da rimuovere: quello di Matilde da 3 mesi; quello di Salvatore da 3 mesi; quello di Mattia da 3 settimane; quello di Nicola da 1 mese e 3 settimane; quello di Daniele da 1 mese. Questa è la realtà, la verità, tutto il resto è confusione. Questa è la reale lista d’attesa fatta da bambini reali”. Così Francesca Ziccheddu presidente dell’associazione dei genitori di Oncoematologia pediatrica riapre la polemica legata alle cure dei bambini del Microcitemico, riesplosa dopo le dimissioni di Leonardo Bianciardi, direttore di Anestesia del Pou di Cagliari., replicando alla nota diffusa ieri dalla Asl e alle dichiarazioni dell’assessore alla Sanità Doria.
“La politica, unica responsabile di questa disorganizzazione disfunzionale, si trincera dicendo che non esistono liste d’attesa ufficiali; ma questo è proprio quello che noi denunciamo da un anno e mezzo: l’impossibilità di poterle stilare”, aggiunge la Ziccheddu, “abbiamo chiamato i carabinieri in reparto, abbiamo depositato un esposto alla procura della Repubblica proprio perché le procedure saltavano e venivano rimandate, perché è impossibile una gestione organizzata, perché è impossibile risolvere urgenze e routine con una unica lista esaustiva e con una disponibilità limitata di un unico anestesista pediatrico del Brotzu che opera al Microcitemico “al di fuori dell’orario di servizio” secondo la convenzione tra Asl 8 e Brotzu.
Abbiamo denunciato una realtà, non abbiamo mai parlato di liste d’attesa “ufficiali”, che sappiamo perfettamente che non possono esistere perché appunto non esiste un sistema organizzato e le malattie complesse non permettono un lavoro in esclusiva programmazione (perché non si possono programmare gli esordi di malattia, non si possono programmare gli shock emorragici e anafilattici, non si possono programmare imprevisti come un piccolo di 22 mesi che sfila il catetere per 3 volte e che occorre riposizionare). Per tutti questi motivi esistono delle liste compilate all’occasione, quando viene data la disponibilità, per svolgere alcune procedure e, naturalmente, ha la precedenza l’inserimento dei cateteri rispetto alla rimozione.
Da questo nostro grido disperato ci attendevamo una riunione tecnica, organizzativa, dalla quale emergesse un sistema: per esempio una giornata mensile con sala dedicata ai nostri piccoli pazienti in modo da poter elaborare quelle famose liste d’attesa esaustive e garantire una cadenza regolare anche alle procedure di rimozione, lasciando alle sole emergenze una gestione ”emergenziale” che invece attualmente è dedicata a tutte le procedure, motivo per il quale le meno urgenti restano in giacenza.
E’ irricevibile l’accusa che ci muove la politica di fronte alla dura realtà dei nostri bambini. Vogliamo soluzioni”.










