Il progetto era ambizioso, la “manovalanza provvidenziale” dei volontari non mancava e nemmeno l’entusiasmo. Avere un orto botanico coltivando lo spirito di “agricoltura sociale” era il massimo, tant’è che su un’area di 3.500 metri quadri, (concessi in comodato d’uso gratuito da alcuni proprietari privati), qualcosa è nato, ma oggi a distanza di 4 anni tutto viene meno.
E’ l’ex maresciallo dell’aeronautica in pensione, Paolo Erasmo dell’associazione “AgriCulture” a parlare di quel compendio ai piedi di Monte Urpinu, tra il Binaghi e la zona di via Della Pineta, che è diventata un’oasi verde totalmente “abbandonata”: nel 2012, dopo un’attenta ricognizione dedita anche al recupero delle aree militari dismesse, Paolo Erasmo con una sessantina di persone diede vita all’elaborato progetto di Orto Urbano nell’ex cava di Monte Urpinu, area sottoposta a vincolo ambientale. Loro ripulirono dai rifiuti quella zona, la abbellirono con cuore, sacrifico e lavoro.
L’IDEA SFUMATA. Furono innestati e coltivati alberi da frutto (nespole, melograni, albicocche, limoni), piante aromatiche, (salvia, rosmarino, timo), ma anche corbezzoli, piante di olive, ma attualmente il vero problema è la mancanza d’acqua, approvvigionamento fondamentale per mandare avanti l’iniziativa che diede lustro alla zona. Ad ottobre del 206 – precisa il portavoce dell’associazione – abbiamo restituito i terreni ai legittimi proprietari, purtroppo il Comune di Cagliari non ci ha dato un aiuto auspicato e poi anche gli evidenti crolli e le frane del costone non presupponeva i requisiti di sicurezza fondamentali. A Selargius, in località “Bie e Mesu”, in un appezzamento di circa 3.000 metri quadri privati abbiamo ricreato un ambiente simile, dove decine di cittadini, amici e appassionati si sono rimessi in gioco ricreando uno spazio verde con gli stessi principi dell’orto urbano dietro l’angolo. Ma a Cagliari Paolo Erasmo non demorde: “Se il Comune realmente riuscisse a darci sostegno – dice – le cose sarebbero più semplici, ci sono diverse aree anche non militari che la nostra associazione seguirebbe con vivo interesse, ma oggi tanti bei sogni giacciono nel cassetto”.
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