Cagliari, lo sfogo di Michela titolare di un Ristobar: “Non posso indebitarmi ancora per poter lavorare”

Il duro sfogo di Michela Concas titolare di un ristobar a Cagliari: “Lo Stato mi dice di chiedere un prestito, quindi di indebitarmi. Ma io avevo già investito nel 2017 comprando la gestione del locale. Ora come faccio? Non posso indebitarmi ulteriormente. Ho 33 anni e mi sento abbandonata e distrutta. Anzi lo Stato mi ha distrutta”


Per le ultime notizie entra nel nostro canale Whatsapp

Sono tempi drammatici per le attività commerciali, bar e ristoranti costretti a tenere le serrande abbassate ai tempi del Coronavirus. C’è chi prova a tirare un poco avanti con le consegne a domicilio, ma ovviamente gli affari sono crollati. Ed è durissima riuscire in questo modo a coprire le spese.

Michela Concas, titolare di un ristobar a Cagliari in Largo Gennari è più che preoccupata, come tutti i suoi colleghi. Il suo sfogo per la rubrica di Casteddu Online l’Angolo dei Lettori. “Il governo oggi mi dice di chiedere un prestito e quindi indebitarmi, ma la mia azienda, Lo Shaker, in tempi normali quindi a gennaio mentre lavoravo benissimo senza alcun problema era già indebitata, avendo comprato nel 2017 la gestione del bar e le attrezzature per mandare avanti l’azienda. Oggi mi dicono: indebitati ulteriormente ma sono cambiate le condizioni di mercato. Dopo tutto quello che sta succedendo quando ci diranno siete tutti liberi potete tornare alla vita di tutti i giorni il mio fatturato tornerà a livelli di gennaio? Ci metterò come minimo un anno e mezzo o due a tornare ai quei livelli. Molto probabilmente non riuscirò non solo a non pagare il debito che già avevo perché i fatturati saranno più bassi, ma addirittura dovrò pagare un debito aggiuntivo perché mi sono accollata sulle mie spalle da imprenditrice il peso di una pandemia globale. Perché questo stato ha saputo rispondermi solo facendomi indebitare di più. Mi sento abbandonata, senza una dignità. Dovrei essere orgogliosa di essere riuscita a portare avanti la mia attività invece devo accettare di morire perché a Roma sono degli incapaci. A 33 anni sono distrutta ,anzi lo Stato mi ha distrutta!”.