Cagliari, le nuove fioriere della discordia nel centro storico: “Così viene ingabbiato il Corso”

L’opinione di Marcello Roberto Marchi: “” Mostricciatoli neri “, di grandi, medie e piccole dimensioni hanno invaso le vie del centro storico : sono le nuove fioriere che dovrebbero abbellire la Città. Ma che lasciano perplessi i cittadini, gli operatori economici e i residenti, non solo per la quantità ma soprattutto per il posizionamento”


Per le ultime notizie entra nel nostro canale Whatsapp

” Mostricciatoli neri “, di grandi, medie e piccole dimensioni hanno invaso le vie del centro storico : sono le nuove fioriere che dovrebbero abbellire la Città. Ma che lasciano perplessi i cittadini, gli operatori economici e i residenti, non solo per la quantità ma soprattutto per il posizionamento. Così come è stato fatto, siamo in pesenza di un vero e proprio  “ingabbiamento” del Corso Vittorio Emanuele. Le fioriere,infatti, sono state sistemate in tutte le vie d’accesso , in numero e a distanza tale, che non consentono l’accesso nemmeno ai mezzi di soccorso, alle ambulanze medicalizzate, tanto meno ai mezzi di trasporto per la fornitura delle merci alle attività commerciali presenti. Eppure, l’ Amministrazione comunale, con apposite delibere degli Organi politici e determinazioni dei Dirigenti competenti, ha previsto ed è in corso di attuazione il transito di mezzi di una certa dimensione per le operazioni di carico e scarico anche per i residenti. Cosa che non potrà essere fatta a causa di questi   “mostricciatoli neri” che ne impediscono il passaggio. Senza contare ,poi, come accade nella Via Sassari, come dimostra la nostra fotografia, l’ulteriore ingombro della presenza dei raccoglitori, anch’essi neri, per il conferimento dei rifiuti solidi urbani dei residenti , i cassonetti di plastica e le buste con i rifiuti dei ristoratori che li depositano nello stesso punto e che rimangono lì, in bella vista anche per l’intera giornata. Un bel connubio, insomma, che con il predominare del colore nero, rende ” funereo” , oltre che indecoroso, il paesaggio.
Marcello Roberto Marchi


In questo articolo: