Cagliari, le lacrime di gioia dei lavoratori del Bingo: “Abbiamo riaperto dopo un anno terribile”

La sala scommesse riapre dopo un anno di stop, tavoli già esauriti. La gioia di capisala e annunciatori: “È la fine di un incubo, trovare un’occupazione stabile in Sardegna è difficilissimo”. GUARDATE le VIDEO INTERVISTE


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Il bingo di via Calamattia a Cagliari riapre dopo un anno di attesa e, nonostante la giornata feriale, c’è già da registrare un assalto di giocatori. Tra i tavoli ci sono giovani single ma anche coppie di anziani, tutti “armati” di cartelline e penna per segnare i numeri estratti. Dopo la “serrata” decisa in seguito alle vicende giudiziarie nelle quali sono rimaste invischiate le società Sardinia Holiday e Palace Games srl, i sessanta lavoratori sono stati riassorbiti dalla Bingo Imperial, che ha già una sala a Quartu Sant’Elena. E, all’inaugurazione-rinascita del Bingo, fioccano abbracci e baci tra molti habituè e capisala. Alle 17:30, ad appena mezz’ora dall’inaugurazione, sono almeno trecento gli “scommettitori” presenti al primo piano. Nessuno vuole rilasciare dichiarazioni, un po’ “per vergogna” e un po’ perchè, come spiegano all’unisono un trio di pensionate, “le nostre figlie non lo sanno che siamo qui”. Insomma, la classica riservatezza del giocatore. Sui maxi tabelloni iniziano a comparire i primi numeri, fuori dalla sala alcuni lavoratori “brindano” con caffè e succhi di frutta: “Il nostro incubo è finito”.

 

Annarita Fadda ha 48 anni ed è di Quartu Sant’Elena: “Solo lavoretti saltuari nell’anno senza lavoro e stipendio, è stato un grosso problema. Non ho trovato nessuna occupazione stabile e sicura”, racconta. Accanto a lei c’è Patrizio Cabras, 50 anni: “Ho lavorato qui per 14 anni come magazziniere. L’ultimo anno è stato durissimo, senza più i 1500 euro al mese ho dovuto cercare in tutti i modi di mantenere mia moglie e il mio cane”, afferma. Elena Fadda, 44 anni, è ovviamente felice: “Speriamo che sia davvero un bel Natale per tutti noi lavoratori. Chi ci ha criticato”, e il riferimento è al fatto che anche giocare al Bingo può portare alla ludopatia, “non ha pensato a noi, lavoratori senza più nulla. Siamo stati noi”, con la chiusura di gennaio 2019, “a perderci tutto”.


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