| Rimuovere tutti i video su Checco. È l’appello di Luca Pisano, psicoterapeuta direttore master in criminologia ifos sulla vicenda di Checco, il cagliaritano vittima di scherzi rilanciati su facebook visti da centinaia di migliaia di persone.
“Una vicenda tristissima. Anche se è difficile inquadrare questo fenomeno, non avendo informazioni precise, nei termini di un reato”, spiega Pisano, “perché non sappiamo se la vittima è consenziente oppure no e non sappiamo se la vittime ha dato o no il consenso alla pubblicazione o se è stata costretta, dai video emerge che fa uso di alcool ma non sappiamo se fosse consenziente o meno. Presumibilmente questa persona sa che ci sono video on line su di lui e ipotizzo che non abbia mai proposto querela per diffamazione aggravata on line. Perché se avesse querelato, un legale sarebbe intervenuto per chiedere l’oscuramento. Qui bisognerebbe capire se siamo in presenza di una persona vittime di altre persone che vogliono approfittarsi di lui o se c’è una persona che chiede visibilità. Tuttavia”, aggiunge, “se ci spostiamo dalla parte giuridica al piano morale tutto ciò è deplorevole, c’è l’approfittare di una persona che non capisce o forse sottovaluta il disvalore sociale sotto il profìlo dell’immagine o della reputazione. Anche se desse il consenso, servirebbe la capacità di non disumanizzare la persona, trattata invece come un oggetto da esibire. Tutto ciò racconta una decadenza di valori morali umani”. Che genere di danni può provocare alla vittima la diffusione di questi video? Danneggia la reputazione della vittima che diventa un appestato. Diventa una persona strana e da coinvolgere solo per questi comportamenti e da escludere per tutto il resto. E poi per i motivi di emulazione. Altri potrebbero prendere come modello video come questi e replicarli con altre persone. La vittima può essere protetta? In che modo? “Va bene sollevare il problema. Perché poi la persona verrà avvicinata e gli si chiederà se sapeva di essere videoregistrata e se è stata forzata e questa persona sarà informata e potrà far valere le proprie ragioni facendo ricorso alla magistratura. Infine occorre sollecitare chi ha pubblicato i video. Va lanciato un appello affinché tutti eliminino i video facendo un atto di civiltà morale oltreché che giuridica”. |










