Per la giustizia è totalmente pulito. Assolto in primo grado, in secondo e, lo scorso 4 maggio, anche davanti alla Corte d’Appello presieduta da Paolo Costa, Costantino Dessì, 50enne di Quartu, si è sentito ripetere le parole della liberazione: “Assolto con formula piena”. Il fatto che, a maggio 2019, fosse alla guida di un furgone dentro il quale sono stati trovati 75 chili di hascisc, non è più un suo problema. Ma lo è stato a lungo. È finito a Uta “per tre giorni”, accusato di traffico di droga, insieme a Carmine Aquila, un campano che si trovava accanto a lui, sul tir: “Ma non l’avevo mai visto prima. Faccio l’autotrasportatore dal 1991, non ho mai avuto problemi”, dice, da uomo libero, Dessì. Quel giorno di metà maggio di tre anni fa “stavo facendo un trasporto di materassi, non sapevo cosa ci fosse dentro”. Lui, ovviamente, pensava a piume o gommapiuma. E invece c’era tantissima droga, già suddivisa in panetti, come avevano scoperto gli agenti della squadra mobile. Dessì e Aquila vengono subito arrestati: il secondo ha scelto il rito abbreviato ed è stato poi condannato, l’autotrasportatore no. E, dopo trentasei mesi, può abbozzare un sorriso. Ma non, certamente, essere totalmente felice: “Molte persone non si fidano di me e anche parenti e amici pensavano male”. Cioè “che fossi un delinquente”.
L’uomo è stato assistito dagli avvocati Marcello Marcelli e Pietro Leo. “Sono rimasto fermo per tanto tempo, il mio furgone è ancora sequestrato”. Futuro complicato? “Sì, dovrò riconquistare la fiducia di tutti”. E in tempi rapidi, possibilmente, visto che Costantino Dessì ha una famiglia alla quale badare. “Chiederemo che venga dissequestrato, quanto prima, il furgone del nostro assistito”, spiegano i legali, “e, ad assoluzione completa ottenuta, ora valutiamo se chiedere anche un risarcimento per i tanti danni che ha subìto”.








