La Soprintendenza di Cagliari ha bloccato il maxi taglio degli alberi previsto dal Comune. Con un parere sospensivo da parte degli uffici delle Belle arti e paesaggio, si fermano quindi le motoseghe, pronte ad abbattere 190 alberi nei prossimi mesi. A darne notizia è il Grig di Stefano Deliperi: “Una volta esaminato il piano di panutenzione delle alberature riferibile all’intero ambito urbano della città, comprendente anche contesti di particolare valore paesaggistico e storico culturale nonché identitario per la comunità coinvolta”, dalla Soprintendenza hanno espresso “diverse criticità sull’efficacia, esaustività e completezza del piano proposto: l’elaborato appare, infatti, maggiormente un lavoro analitico sulla condizione dello stato di salute delle singole alberature esistenti, supportato solo su una parte degli esemplari, da una campagna di diagnosi elaborata su approfondite analisi strumentali, e incentrato, come appare per larga parte di essi, su una stima a vista di ogni esemplare , senza che si rappresentino dettagliatamente azioni di intervento sostitutivo nel caso stimato di gravità massima che implica l’eliminazione dell’esemplare arboreo”.
La Soprintendenza rimarca il fatto che il piano comunale proposto sia “più o meno invasivo senza che si proponga un idoneo intervento compensativo in relazione al proposto taglio di alberature”. Nel caso concreto “la manutenzione così pianificata assume i connotati di un intervento sensibilmente trasformativo di un par un intervento sensibilmente trasformativo di un particolare ambito urbano”. Molto nette le considerazioni della Soprintendenza cagliaritana, quasi un vero e proprio manifesto della gestione paesaggistica del patrimonio arboreo in area urbana: “In considerazione della importanza storica di alcune delle alberature che compongono particolari contesti urbani della città, della contestuale contestuale presenza di vincoli paesaggistici nelle aree in oggetto e della incombente, prioritaria necessità di garantire la sicurezza pubblica dal rischio crolli, seppure non sia ammissibile il ricorso ad analisi strumentali eseguite indiscriminatamente su tutti gli alberi del sistema verde cittadino in assenza di giustificazioni adeguatamente motivate, si ritiene che la sola analisi visuale, che consiste in una ispezione visiva di un albero condotta al fine di identificare evidenti difetti e specifiche condizioni stazionali, per sua stessa natura rapida e poco approfondita, non sia un presupposto sufficiente per la eliminazione di uno o più esemplari arborei in contesti di particolare pregio dal punto di vista paesaggistico o sui quali gravino vincoli ai sensi del decreto legislativo 42/2004, che la sola valutazione ordinaria, che consiste in una ispezione dettagliata, anche con semplici strumenti, dell’albero e della stazione in cui esso vegeta e nella redazione di una relazione tecnica riguardante le informazioni acquisite, pur definendo con maggiore dettaglio le condizioni vegetative e fitosanitarie, anche avvalendosi dell’uso di strumenti quali calibri, inclinometri e relascopi, e pur consentendo la valutazione delle parti accessibili all’occhio, quali il colletto, il tronco e i rami, non sia sufficiente per valutare la necessità dei citati interventi di eliminazione di eliminazione in quanto le porzioni dell’albero al di sotto del piano di campagna o quelle in quota, in quanto non visibili, generalmente sfuggono a questo tipo di valutazione e devono essere sottoposte a valutazione più avanzata; oste a valutazione più avanzata”.
Da qui lo stop: “In considerazione della importanza storica delle alberate, della presenza di vincoli paesaggistici nelle aree in oggetto e della necessità di garantire la sicurezza pubblica, sia necessario, qualora si ravvisino delle propensioni al cedimento, effettuare una effettuare una valutazione avanzata in grado di fornire un’informazione dettagliata, che si avvalga di strumentazione specifica, valutando di volta in volta le tecniche più adatte, tra le quali ispezioni in quota, valutazione di eventuali carie mediante uso di apposita strumentazione come strumenti penetrometrici e sonici, tomografie, studi dell’apparato radicale mediante scavo in prossimità del colletto, monitoraggi delle variazioni di inclinazione, prove di trazione statica e dinamica e che la suddetta valutazione venga corredata da una relazione tecnico – agronomica che attesti la necessità della eliminazione degli esemplari arborei come unica misura capace di salvaguardare la incolumità di persone e cose e che comprenda persone e cose e che comprenda anche la dettagliata rappresentazione delle misure di sostituzione degli esemplari arborei o compensative dell’intervento esemplari arborei o compensative dell’intervento. Questo per consentire la decisione oggettiva fra abbattimento e conservazione di un albero a causa della sua elevata propensione al cedimento; infatti, essa è possibile solo dopo una valutazione avanzata che supporti la effettiva ed efficace valutazione del rischio, per la sua rilevante incidenza sulla sicurezza collettività”. Pertanto, per la Soprintendenza “il piano dovrà essere corredato, a fronte del dato analitico sulla condizione di salute del particolare esemplare, da una corrispondente proposta di intervento manutentivo che possa andare dalla potatura controllata all’intervento fitosanitario di cura dell’esemplare; nei casi, invece, di taglio dell’alberatura per eccessiva criticità sullo stato di salute o o sul rischio crollo, si dovrà ad esso contrapporre la proposta di intervento che contempli l’idonea sostituzione dell’esemplare con uno nuovo”. Inoltre, “il Piano in generale dovrebbe contenere, fatti salvi gli interventi di mera manutenzione sugli esemplari giudicati sani, gli indirizzi generali sull’assetto del verde della città:: se da una valutazione analitica dovesse risultare che un certo filare di alberi è soggetto a particolari sofferenze dovute a concause relative all’ambiente, alla conformazione delle aiuole esistenti, all’eccessiva conformazione delle aiuole esistenti, all’eccessiva impermeabilizzazione del suolo o alla incompatibilità di un certo genere di piante in un particolare contesto, l’intervento di eliminazione/sostituzione dovrebbe contenere, oltre ai dati suddetti su tipo, età e portamento del nuovo esemplare, la possibilità anche dell’eradicazione con pane di terra dell’esemplare ancora recuperabile e la sua allocazione in un nuovo contesto, più adeguato al benessere della pianta (parco esistente, viale dotato di aiuole compatibili per ampiezza, area libera costituenda un nuovo spazio verde, etc.)”. La Soprintendenza ha chiesto, quindi, “una revisione del Piano con la possibilità di introdurre elaborati integrativi che consentano una più approfondita disamina degli interventi sul verde cittadino”, con previsione di adeguate compensazioni nel momento in cui dovessero rendersi necessari tagli di alberi, e ha ricordato che “per ogni intervento sulle alberature che possa incidere sensibilmente su un particolare contesto della Città, si dovrà seguire il procedimento autorizzativo ordinario previsto dal Codice dei nto autorizzativo ordinario previsto dal Codice dei Beni Culturali, sia per gli ambiti di tutela paesaggistica che di tutela sul Patrimonio Culturale”. Sospesi, in definitiva, gli imponenti interventi di tagli arborei previsti, inibiti i tagli in assenza di autorizzazione paesaggistica. L’associazione ecologista Gruppo d’Intervento Giuridico “esprime il suo plauso per la decisa presa di posizione della Soprintendenza cagliaritana a tutela dei valori ambientali, paesaggistici, storico-culturali del patrimonio arboreo cittadino”.