“Noi ci troviamo al Poetto di Cagliari, di fronte all’Aias, ho uno stabilimento con un ristorante e abbiamo subito tutte le chiusure causate dal covid sin da quando abbiamo aperto, perché la nostra attività è iniziata a giugno 2020.
Abbiamo lavorato solo due mesi e, quest’anno, appena ce lo hanno concesso, abbiamo fatto di tutto per aprire da subito, per poter avere uno spiraglio, una speranza perché abbiamo bisogno di lavorare”.
Purtroppo, spiega la donna a Radio Casteddu, si è subito presentato un ulteriore problema: la posidonia. “All’inizio c’erano poche alghe e ho notato che il resto del Poetto, piano piano, veniva ripulito, quindi non ho neanche montato la prima fila per permettergli di pulire più agevolmente.
Ora però è aumentato a dismisura, 20 giorni fa ho segnalato la situazione un po’ a tutti, dalla capitaneria al comune, ma nessuno ha fatto niente di concreto.
Ieri ho chiamato alla Regione Sardegna, all’assessorato all’ambiente, e dopo qualche ora sono stata contattata dall’assessore Guarracino che ha detto che la posidonia non si può toccare e che loro, comunque, non puliscono i tratti innanzi alle concessioni perché sono nostre.
Ci sono banchi di alghe alte come le mie gambe, in più una puzza incredibile e c’è un animale, tra l’altro, morto da 10 giorni: è uno schifo, insomma, ed è pericoloso per chi passa.
Perché il resto del Poetto è stato ripulito e da noi no?”.
Risentite qui l’intervista di Paolo Rapeanu e Gigi Garau
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