Ha atteso, forse, più tempo del previsto prima di farsi avanti e cercare di regolarizzare la sua posizione, un 58enne invalido quasi totale che, dal 2014, abita in venti metri quadri in un appartamento “ma che somiglia a uno sgabuzzino”, a Cagliari, non distante da via Liguria. Lavoro perso prima del Covid, “ho dovuto chiudere la mia azienda, ero elettricista”, ha presto imparato ad arrangiarsi per poter mangiare ed essere regolare con un affitto che, per la legge, non esiste: “Ma nel 2022, dopo otto anni, i padroni dell’immobile mi avevano promesso il contratto di affitto”. Invece, poi, non se ne è mai fatto nulla. Una storia complessa e a tratti triste, quella del cinquantottenne, senza parenti o amici che possano aiutarlo concretamente. In una città dove trovare un tetto sicuro è un’impresa lui, con danni seri e permanenti alla spina dorsale, di tutto ha voglia tranne che di finire in mezzo ad una strada. Eventualità che, purtroppo, potrebbe concretizzarsi entro un paio di mesi, se non cambierà nulla. “E ora sono prigioniero tra ponteggi e calcinacci che cadono, uno mi ha anche colpito in pieno”, lamenta l’uomo. Che fa capire che, nonostante tutta la sua buona volontà, trovare un altro alloggio è praticamente impossibile.
“Ho anche avvisato la guardia di finanza e le forze dell’ordine della mia situazione. Il 28 febbraio dovrò andarmene e non ho trovato un alloggio disponibile, nonostante possa fare affidamento su una pensione di invalidità, più i lavoretti alla giornata che faccio ogni tanto: sto chiedendo aiuto, ho provato a farmi aiutare anche da un avvocato, ma ricevo sempre solo porte chiuse in faccia”.













