I tanti colori dell’arcobaleno per i cartelli con la scritta “noi non siamo complici” e “sos razzismo Cagliari” e, ancora, semplici mani che si intrecciano l’una con l’altra tutt’attorno a palazzo Bacaredda, davanti alla centralissima piazza Matteotti. In circa duecento si sono ritrovati per l’appuntamento cagliaritano di “L’Italia che resiste”. Organizzato in contemporanea in altre centinaia di Comuni, anche il capoluogo sardo è diventato protagonista del grido d’allarme di associazioni e semplici cittadini, tutti uniti per la “resistenza contro le scelte inumane di chi vorrebbe lasciare morire in mare chi scappa da guerra, fame e povertà” e contro “chi istiga all’odio, alla violenza e al razzismo”.
Molti gli slogan urlati dai partecipanti: “Ieri, oggi e domani, un solo grido, restiamo umani”, “non abbiam paura dei migranti ma di certi politicanti”. E nel mirino finisce il ministro dell’Interno, Matteo Salvini. In molti hanno bollato le sue politiche in tema di immigrazione come “fasciste, e in Italia siamo vicini al ritorno del fascismo”. Qualcuno ha chiesto una prova “politica” ai 5 Stelle: “Smarcatevi da questo tipo di politica”.









