Cagliari, in 200 in piazzale Trento per invocare le riaperture nell’Isola: “Ma Solinas non ci ha risposto, siamo delusi”

Partite Iva, estetisti, giostrai e ristoratori nel primo maggio di battaglia del movimento delle magliette bianche. Fabio Macciò: “Qui si rischia di morire di fame e non di Covid. Solinas non ha risposto alla nostra lista di domande, volevamo fargli un assist per avvicinarlo al nostro mondo: abbiamo speso tanto per palco e schermo”


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Sono stati poco più di duecento a manifestare, in piazzale Trento a Cagliari, per chiedere di poter riaprire le loro attività. “Uniti si vince”, questo lo slogan del terzo appuntamento organizzato da Fabio Macciò, dopo quelli di piazza Garibaldi e piazza dei Centomila. La Sardegna si prepara a passare un zona arancione ma loro, i manifestanti, non sono soddisfatti. Chiedono di poter riaprire subito e, contemporaneamente, domandano come mai le loro attività, a oltre un anno dallo scoppio della pandemia del Covid, siano ancora sbarrate o, bene andando, possano lavorare a singhiozzo. La lista è lunga: estetisti, giostrai, ristoratori, operatori del settore del wedding. Si sono alternati sul palco per gridare tutta la loro rabbia, insieme a un gruppo di giovani ragazze ventenni, creatrici del gruppo giovanile delle “Magliette bianche”. Tra i partecipanti c’è chi è arrivato da Nuoro e dalla Barbagia.
Delusione e rabbia per le mancate risposte , da parte del presidente Christian Solinas, a una lista “di 15 domande” spedite da Carlo Macciò. Il motivo delle mancate repliche? “Solinas non ha fatto arrivare il video delle risposte perché, non essendo presente qua, non poteva ribadire in caso di un nostro dibattito. Ma noi invece forse siamo stati capiti male. Non volevamo disunire ma fargli una sorta di assist per tentare di avvicinare il popolo delle magliette bianche con la politica. La gente voleva vedere la faccia del governatore per avere un po’ di carica, abbiamo pagato un sacco di soldi per palco e schermo e un minimo, queste persone, avrebbero dovuto riceverlo”.


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