Cagliari, il super green pass non ferma la scelta dei non vaccinati: “Continueremo a farci il tampone”

Addio a bar, ristoranti, cinema, teatri ed eventi pubblici? Per chi non ha il vaccino anti Covid non sembra essere un problema: “Non ci fidiamo, possiamo continuare a lavorare e va bene così: sembra che il Governo stia pensando solo a vaccinare tutti e non combattere il virus”. E, fuori dalle farmacie, spiccano le solite tesi contrarie alla scienza: “Non è sicuro”, “i numeri sono altri”, “ha effetti collaterali avversi”. GUARDATE le VIDEO INTERVISTE


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Un dato sembra sicuro. Le farmacie continueranno a lavorare a pieno ritmo per soddisfare, dietro il pagamento di 15 euro a tampone, le necessità dei non vaccinati. Almeno a Cagliari, a poche ore di distanza dall’annuncio di Mario Draghi, “senza vaccino o guarigione i non vaccinati non potranno svolgere molte attività e non potranno entrare in bar, ristoranti, cinema, teatri e partecipare ad eventi pubblici”, la fetta di chi non ha ricevuto nemmeno la prima dose, in città, non sembra essere chissà quanto preoccupata. Certo, da oggi al sei dicembre prossimo potrà esserci chi raggiungerà il primo hub disponibile per immunizzarsi. Ma, a caldissimo, le reazioni dei cagliaritani in attesa fuori dalle farmacie che fanno il tampone antigenico sono di tranquillità. D’altronde, se non si sono vaccinati a quasi un anno dall’arrivo dei vaccini, una ragione, magari personale, magari antiscientifica, ci sarà. Anzi, c’è. Un libero professionista 51enne, mentre attende l’esito del tampone per ottenere un green pass valido appena 48 ore, è netto: “Continuerò a fare il tampone dal 6 dicembre, mi serve per lavorare. Non devo andare in ristoranti, pizzerie, cinema. Non farò il vaccino neanche morto”, sentenzia, “i numeri reali degli eventi avversi sono infinitamente superiori. La gente se sta male non sa neanche che deve comunicare all’Aifa gli eventi avversi”. Parole più che opinabili, ma vabbè. E giù, di seguito, un racconto impossibile da verificare: “Mia moglie l’altro giorno è andata alle poste, stava facendo la fila e una signora le ha detto che sua figlia stava morendo dopo la seconda dose e non l’hanno comunicato all’Aifa”. E sul tampone è sicuro: “Ho 51 anni, sinchè potrò andare avanti con il tampone lo farò, poi se sarò costretto farò il vaccino. Solo se sarà obbligatorio”.
Accanto a lui c’è un ingegnere cagliaritano di 45 anni: “Non mi fido del vaccino e di tutto quello che gli ruota attorno. Mi sembra che l’obbiettivo sia vaccinare la gente e non combattere il Covid”, afferma. “Io lavoro da solo e mi controllo da solo, tampone due volte alla settimana, sempre negativo. Non ho contatti con gente, non sto vedendo più tanto nemmeno gli amici”. Il ristorante o il cinema? “Non mi mancheranno, sono delle cose alle quali si può rinunciare, mentre non mi fido del vaccino e penso abbia anche effetti collaterali avversi che tengono nascosti. Preferisco evitare il Covid come ho fatto sinora, mi faccio il tampone per vedere se sto facendo giusto”. E se disgraziatamente dovesse risultare positivo, si fiderebbe finalmente della scienza e della medicina e andrebbe a farsi il vaccino? “No, se supero la malattia avrò il green pass per sei mesi”. Se la supera.


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