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Il rombo di una quarantina di moto ha accompagnato il triste addio a Gianfranco Poddesu, il cinquantanovenne morto sabato sera in via Is Mirrionis a Cagliari nel terribile incidente che ha visto la sua Honda venire centrata dal Suv guidato da un settantenne. Il tam tam su Casteddu Online e sui social ha funzionato, in tanti hanno voluto manifestare il proprio dolore con qualche sgasata e vari colpi di clacson nel piazzale esterno del cimitero di San Michele. Accanto alla bara circondata da mazzi di fiori e con, sopra, la foto di Poddesu in moto con lo sfondo del cielo, l’unica figlia Sofia, la moglie Irania, i fratelli, i parenti e i tantissimi amici di “Gianni”. Sì, per tutti infatti era Gianni e non Gianfranco: per chi lo aveva conosciuto sin da giovanissimo mentre vendeva frutta e verdura nella zona dell’hotel quartese Califfo, per chi ha avuto modo di scambiare qualche chiacchiera quando si era trasferito in via dei Grilli a Pirri e per i colleghi dell’azienda di serramenta che negli ultimi anni hanno effettuato vari interventi di riparazione e sostituzione di serrature di porte e portoni.
“Ora sfreccia in cielo, Gianni”, questo l’urlo che si è levato alla fine del funerale. Le moto sono sempre rimaste fuori, in segno di rispetto. Gianfranco Poddesu riposerà nel camposanto cagliaritano. Per la famiglia, terminato il triste iter delle esequie, adesso inizierà quello, altrettanto infelice, giudiziario. Chi ha investito e ucciso Poddesu deve rispondere del reato di omicidio stradale.