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L’ospedale Marino di Cagliari? Poggia le fondamenta, appunto, nel capoluogo sardo, ma il confine con Quartu Sant’Elena è a un tiro di schioppo. Oggi si occupa solo di gestire casi Covid, il pronto soccorso è off limits e non si sa quando riaprirà. Ma per il sindaco di Quartu, Graziano Milia, la situazione attuale dell’ospedale non rappresenta minimamente un problema, visto che l’obbiettivo riguarda il suo futuro: “Possiamo riutilizzarlo e può diventare il nostro ospedale di comunità, è un’ipotesi molto credibile”. Più che un’ipotesi, quella del primo cittadino quartese sembra proprio essere un’idea abbastanza strutturata, per due motivi: “Confina con il nostro territorio ed è sempre stato percepito e individuato dai quartesi come il loro ospedale cittadino”. Quindi, almeno a livello base ha le carte in regola per diventare il nuovo ospedale della terza città della Sardegna. A Quartu, sinora, l’unico progetto simile, che è decisamente più avanzato, è il polo sociosanitario di via Cilea.
Milia punta al Marino, non escludendo comunque la possibilità di “utilizzare strutture già esistenti sul territorio”. Quali, però, devono essere ancora individuate. Ieri il sindaco è stato nominato direttore del distretto sanitario del Parteolla, il numero due è il sindaco di Burcei. Un ruolo chiave, quello di Milia: “Porremo l’accento sulla necessità di una presenza riconoscibile, per il nostro territorio, di una struttura che sia un ospedale di comunità”. E il “gigante sanitario” vista Poetto, l’ospedale Marino, è un’ipotesi “molto credibile”.